Il convegno di domenica scorsa tenuto dalla neoassociazione Asperger, costituitasi per supportare le famiglie che hanno bambini e ragazzi autistici, ha posto l'attenzione sull'autismo.
Il disturbo dello spettro dell'autismo ha avuto ultimamente un aumento esponenziale dei casi, per tale motivo molti studi si stanno convogliando su questa condizione che colpisce un numero sempre più elevato di bambini. C'è da fare però una premessa, l'autismo non è uno solo, ma ha mille sfaccettature e questo fa sì che ogni persona autistica sia diversa da un'altra, con delle proprie peculiarità che la contraddistinguono da un'altra persona anch'essa autistica.
Il Dottor R. Alessandrelli, illustre conoscitore dell'argomento, intervenendo, ha affermato che se in passato il settanta per cento dei soggetti autistici avevano un ritardo mentale, oggi non è più così, in quanto il settanta per cento delle persone autistiche non ha ritardo mentale, bensì sono soggetti ad alto funzionamento.
Inoltre c'è un luogo comune da sfatare, quello che le persone autistiche vogliamo stare da sole e cerchino l'isolamento, in realtà non è così, in quanto l'isolamento non è ricercato ma bensì determinato involontariamente dalle persone che sono intorno alle persone autistiche. Poiché è piuttosto difficile interagire con una persona autistica, si crea una condizione "di comodo" che porta il soggetto autistico a isolarsi e a rinunciare alla comunicazione. Per quanto riguarda l'Asperger, qui vengono fatti rientrare: il deficit della comunicazione ed interazione, la disgrafia, DHD, la fobia scolastica e sociale. Sfortunatamente giungere ad una diagnosi di autismo, nello specifico, ad una diagnosi di Asperger, è molto difficile, specie se ad alto funzionamento.
Maria Helene Benedetti, portavoce dell'associazione, propone che venga costituito in Abruzzo, la figura del compagno adulto, figura che ha il compito di aiutare e supportare il ragazzo autistico fuori dalla famiglia e perché no anche nell'ambito lavorativo. Purtroppo dopo la Scuola i ragazzi autistici hanno poche possibilità di inserirsi nella società come soggetti attivi.
La professoressa Di Fonzo, referente per l'inclusione dell'Omnicomprensivo di San Salvo, ribadisce l'importanza della diagnosi precoce e soprattutto della collaborazione tra Scuola e gli Enti di riabilitazione, poiché solo lavorando in sinergia è possibile raggiungere gli obiettivi prefissati evitando l'annullamento delle conquiste.
Si auspica che in futuro si dia sempre più spazio alle persone con disturbo dello spettro autistico e alle loro famiglie per farle sentire meno sole. L'autismo pur essendo una disabilità nascosta, non deve essere più ridimendionata rispetto alle altre, bensì deve essere maggiormente accolta rispetto a quanto non si è fatto in passato.