I baroni Genova Rulli Luigi e Alfonso non avendo discendenti diretti decisero dì lasciare la loro cospicua proprietà , costituita da grandi estensioni di terreno e immobili, ad opere di beneficenza e precisamente ognuno per la sua quota parte della metà rispettivamente Alfonso alla diocesi di Chieti-Vasto e Luigi per l'erigendo orfanotrofio femminile destinato alle orfane delle famiglie di Vasto.
La realizzazione dell'orfanotrofio per volontà testamentaria fu affidata dal barone Luigi ad un consiglio di amministrazione, della durata di cinque anni rinnovabile, costituito da "probiviri" della Città del Vasto, e precisamente nelle persone dell'avvocato Gaetano del Greco, del dott. Filoteo Ricci, da Francesco Ponza, dal farmacista Giacomo Martone, dal ragioniere Giulio Cardone, dal sacerdote don Romeo Rucci.
Il Consiglio nominò presidente con ampi poteri Filoteo Ricci che superò difficoltà successorie economiche e di natura psicologica.
Il dottor Ricci riuscì a dare inizio alla attività dell'ente nell'aprile del 1944 secondo il termine stabilito dal donatore e in accordo con il consiglio di amministrazione stabilì una convenzione con l'istituto delle suore della Croce, a cui furono affidate le cure per l’istruzione scolastica e religiosa e nei lavori domestici in un primo tempo di un piccolo numero di orfanelle solo nelle ore diurne. Le orfane venivano prelevate e riaccompagnate al proprio domicilio da un servizio di carrozza a cavallo affidato a Francesco Muratore detto "Masciate".
L'opera raccolse piena fiducia e consensi da tutta la popolazione per cui il numero delle assistite aumentò rapidamente, anche grazie alla dedizione e impegno di Suor Albina all'epoca direttrice.
II consiglio di amministrazione decise di destinare a sede definitiva dell'Ente il palazzo di Punta Penna già di proprietà della famiglia D'Avalos e contemporaneamente si adoperò per il restauro da parte del Genio Civile del palazzo stesso gravemente danneggiato da esercitazioni militari da parte delle truppe dell'VIII Armata Inglese.
Il palazzo, antica costruzione, di notevole valore artistico e architettonico, era costituito da un edificio, su due piani circondato da giardino a sua volta delimitato da una muraglia con quattro piccole torri agli angoli a scopo difensivo; l'ingresso situato al lato sud era costituito da un pregevole portale munito di cancello.
Il trasferimento dell'orfanotrofio nel palazzo di Punta Penna con l'inaugurazione ufficiale avvenne 22 settembre 1949 con conseguente impulso e decoro dell'opera per cui il numero delle assistite salì a 50.
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