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TANTI AUGURI, FRECCIA DEL SUD!

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Con le Olimpiadi sempre più vicine, sono tanti i gloriosi ricordi di vittorie e imprese italiane che tornano alla mente. Nell'atletica leggera, che storicamente non ha mai riservato grandissime soddisfazioni agli atleti azzurri,  una delle immagini più belle è l'arrivo dei 200 metri piani di Mosca 1980, con l'incredibile rimonta di Pietro Mennea che vale un meritatissimo oro. Oggi la Freccia del Sud, come veniva soprannominato per le sue origini pugliesi, taglia un altro importante traguardo, i 60 anni di vita.


Nativo di Barletta, proveniente da una famiglia umile, Pietro Paolo Mennea si avvicina allo sport quasi subito, con la passione e con la voglia di chi viene dal nulla e ha una voglia disperata di emergere. La sua attività preferita è la corsa, con cui secondo la leggenda, appena quindicenne, si guadagna qualche soldo sfidando e battendo in velocità una Porsche e un'Alfa Romeo sulla distanza di 50 metri. Buona promessa dello sport italiano, il giovane Mennea fa il passo decisivo per diventare un grande atleta quando si trasferisce a Formia, ad appena 19 anni, e si affida agli allenamenti del professor Carlo Vittori, il maestro di tantissimi sprinter azzurri. La convivenza tra i due non è sempre facile, gli allenamenti a cui viene sottoposto Pietro sono estremamente duri e lunghi, ma i frutti di questo lavoro ben presto cominciano a farsi vedere; nel corso degli anni, l'italiano diventa uno dei migliori atleti nel panorama mondiale della velocità, soprattutto sulla distanza dei 200 metri, che diventeranno la sua specialità. Dopo aver debuttato l'anno precedente ai Campionati Europei, vincendo un bronzo nella staffetta 4x100 metri, Mennea si mette in mostra nelle Olimpiadi di Monaco del 1972, appena ventenne, quando conquista la finale dei 200 metri e ottiene un altro terzo posto. Due anni dopo, nei Campionati Europei del 1974 che si disputano a Roma, sulla stessa distanza arriva la prima vittoria, mentre nei 100 metri e nella staffetta conquista l'argento, e la stagione successiva è ancora grande protagonista con la doppia vittoria nei 100 e 200 metri sia ai Giochi del Mediterraneo che alle Universiadi. Nel 1976 però, l'anno delle Olimpiadi di Montreal, vive un periodo di risultati deludenti, e al torneo a 5 cerchi ottiene solo il quarto posto nei "suoi" 200 metri. Superato il periodo difficile, la Freccia del Sud torna ai suoi livelli con un'altra doppietta agli Europei del 1978, ma è il biennio successivo che lo consegna alla storia.


Universiadi di Città del Messico, 1979: una data storica per l'atletica italiana. Mennea disputa la finale dei 200 metri e la vince con il tempo strepitoso di 19' e 72'', che gli vale il nuovo record del Mondo nella specialità, anche grazie all'altitudine particolare e al vento favorevole. Questo primato resisterà per 17 anni, prima di essere superato la prima volta da Michael Johnson nel 1996, ed è tuttora il record europeo su questa distanza, a oltre 33 anni di distanza. Con queste premesse, e anche grazie all'assenza degli americani, Pietro si presenta alle Olimpiadi di Mosca 1980 con i favori del pronostico, e non può fallire l'appuntamento con l'oro. Le premesse però non sembrano buone, visto che viene eliminato in semifinale nei 100 metri e nella finale dei 200 parte in ottava corsia, la peggiore. Ma con una gara intelligente e grazie ad una rimonta micidiale, Mennea rimonta e sopravanza l'inglese Alan Wells, che sembrava destinato alla vittoria, e si prende con merito il successo. A completare una grande Olimpiade, arriverà anche il bronzo nella staffetta 4x400.


Con l'avanzare degli anni, Mennea si avvia lentamente verso la fine gloriosa della sua carriera. Dopo un primo ritiro per dedicarsi agli studi, torna alle corse e ottiene un bronzo nei 200 metri e un argento nella staffetta 4x100 (con record europeo ancora imbattuto) ai Mondiali del 1983, mentre alle Olimpiadi di Los Angeles conquista la quarta finale consecutiva sempre nei 200 metri, record assoluto per un atleta olimpico. Non ha gloria, arriva solo settimo, e decide di ritirarsi nuovamente dalle corse, per poi fare marcia indietro e tornare a gareggiare nelle Olimpiadi di Seul 1988, dove non lascia il segno ma ha l'onore di portare la bandiera azzurra durante la cerimonia inaugurale. In totale, nella sua lunga carriera sportiva, Mennea vanta anche 3 titoli di campione nazionale nei 100 metri, 11 nei 200 e 1 nella staffetta 4x100.


Lasciata l'attività sportiva, Pietro si toglie molte soddisfazioni anche nella vita privata, conseguendo 4 lauree (in Scienze Politiche, Giurisprudenza, Scienze dell'Educazione Motoria e Lettere) e esercitando la professione di avvocato e dottore commercialista; viene anche eletto al Parlamento Europeo dal 1999 al 2004, e insieme alla moglie Manuela Olivieri da vita alla Fondazione Pietro Mennea, una onlus che si occupa di aiuti umanitari, sensibilizzazione dei giovani allo sport e lotta al doping. Un personaggio a tutto tondo insomma, che si è fatto largo anche al di fuori dello sport, ma che per tanti appassionati italiani rimarrà sempre la Freccia Azzurra, il giovane ragazzo arrivato dal Sud e diventato grande a costo di sacrifici e fatica. Un atleta che oggi compie 60 anni, ma che non ha mai smesso di correre veloce per la sua strada.

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