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LA RINASCITA DEL PRINCIPE

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Solo un mese fa, tutti i giornali e gli "esperti" del mondo del pallone lo davano ormai per finito, spesso costretto in tribuna dagli infortuni e incapace di trovare la via del gol con la facilità degli anni migliori. Molti giudicavano folle la dirigenza dell'Inter per essersi privata di un bomber come Eto'o ed aver tenuto lui, più "anziano" di due anni e deludente nella precedente stagione. E invece, Diego Alberto Milito non si è fatto intimidire dalle critiche, è andato avanti per la sua strada, e lo splendido poker di reti realizzato due giorni fa ha sancito la sua definitiva rinascita e il ritorno ad una media-gol adeguata ai suoi anni precedenti. Argentino ma di chiara origine italiana (i nonni erano originari di Terranova da Sibari, presso Cosenza), Milito è cresciuto calcisticamente nel Racing di Avellaneda, che con lui in squadra vince il campionato d'Apertura del 2001, ben 35 anni dopo l'ultima volta; è in questo periodo della carriera che i tifosi, come accade ad ogni calciatore, scelgono per lui un soprannome: El Principe, per via della somiglianza fisica e tecnica con un altro grande calciatore sudamericano, l'uruguaiano Enzo Francescoli, anche lui soprannominato così. Dopo alcune buone stagioni con il Racing, il destino di Milito si lega per la prima volta con il calcio italiano: a gennaio del 2004, il presidente del Genoa Enrico Preziosi punta su di lui per rinforzare la squadra e riportarla in serie A dopo quasi 10 anni di assenza; il Principe ripaga la fiducia in modo più adeguato, andando a segno ben 33 volte in un anno e mezzo sotto la Lanterna, e il 2005 si chiude con la tanto sospirata promozione nella massima serie del calcio italiano. Purtroppo per lui e per i tifosi genoani, però, in estate esplode lo scandalo della combine nell'ultima partita del campionato, Genoa-Venezia, finita 3-2 e decisiva per la promozione dei rossoblu, e la penalizzazione per i Grifoni è durissima: retrocessione immediata in serie C1; il sogno della serie A si tramuta in un incubo, e per ripartire da 0 la squadra è costretta a vendere buona parte dei suoi migliori giocatori, tra cui appunto Milito. Acquistato dal Real Saragozza, squadra in cui già milita suo fratello Gabriel, il Principe ha l'occasione di mettersi in mostra anche nella Liga, e in tre anni mette a segno ben 53 reti, classificandosi secondo nella classifica dei marcatori del 2007, alle spalle di Van Nistelrooy, bomber olandese del Real Madrid. Proprio contro i madrileni, Milito si rende protagonista di una partita memorabile: il 9 febbraio del 2006, nella semifinale di Coppa del Re, realizza un incredibile poker di reti nel 6-1 complessivo della sua squadra contro le merengues, risultato che vale al Saragozza la finale contro l'Espanyol, poi persa. Dopo due buone stagioni, con tanto di qualificazione in UEFA, nel 2008 la squadra aragonese ha un brusco calo di rendimento, e alla fine dell'anno retrocede clamorosamente in Segunda Division; Milito fa comunque del suo meglio, segnando 17 reti e risultando il migliore dei suoi, ma al termine della stagione rischia di sprofondare nella seconda serie spagnola, perché nessuno pare interessato al suo acquisto. Proprio negli ultimi giorni di mercato, però, il suo vecchio presidente Preziosi si ricorda di lui, e decide di riportarlo al Genoa, che nel frattempo ci ha messo solo due anni per cancellare l'onta dello scandalo e ritornare finalmente in serie A. Acquistato proprio nelle ultime ore del mercato estivo, il Principe esordisce nel massimo campionato italiano, contro il Milan, e segna il primo di 24 gol, record per un giocatore del Genoa in serie A, piazzandosi ancora secondo nella classifica marcatori dietro l'interista Ibrahimovic; i tifosi rossoblu, che non hanno mai smesso di tifare per lui, sono esaltati dalle sue prestazioni, soprattutto nei derby contro i rivali della Sampdoria, in cui realizza ben 4 reti, tutte decisive per dare la vittoria alla sua squadra, e alla fine della stagione festeggiano una meritata qualificazione in Coppa Uefa. E' a questo punto, ormai trentenne, che il Principe riceve finalmente la chiamata di una grande: l'Inter di Mourinho decide di puntare su di lui per affermarsi in Italia e in Europa. In realtà la vera stella di quel mercato è Eto'o, acquistato dal Barcellona, ma ben presto Milito dimostra di non essere da meno, e a suon di gol si conquista la fiducia di tutti e, alla fine, risulta decisivo per la realizzazione dello storico Triplete nerazzurro; segna in finale di Coppa Italia contro la Roma, nell'ultima di campionato a Siena, e infine realizza una doppietta nella magica finale di Champions contro il Bayern Monaco: in totale, sono 30 reti in stagione, suo record personale. Si guadagna anche un posto per i Mondiali 2010 in Sudafrica, ma il rapporto con la Nazionale non è lo stesso che ha con i club: Maradona gli preferisce sempre Higuain come punta, e Milito non riesce a lasciare il segno nell'Albiceleste. Dopo la sua annata migliore, però, il Principe sembra entrare nella fase calante della sua carriera: il 2011 è una stagione molto deludente, Milito è spesso fuori per infortunio, e quando gioca non riesce più ad andare in rete con la stessa continuità; fallisce un rigore nella Supercoppa Europea, in Champions segna solo nella sfortunata partita casalinga contro lo Schalke, persa 5-2 dai nerazzurri, e in campionato si ferma a soli 5 gol dopo i 22 dell'anno prima. La squadra si aggiudica comunque Supercoppa Italiana, Mondiale per Club e Coppa Italia (Milito segna in queste ultime due competizioni), ma la sensazione è che ci sia bisogno di rinnovamento, e il Principe è uno dei candidati a partire per far spazio a nuovi giocatori. Tuttavia il nuovo mister Gasperini, che lo ha allenato a Genova, gli rinnova la fiducia e lo ritiene un titolare inamovibile; Milito lo ripaga con una doppietta contro il Palermo nella prima di campionato, ma i risultati della squadra tardano ad arrivare, e dopo poche partite arriva l'inevitabile esonero. Con l'arrivo di Claudio Ranieri, le cose per il Principe sembrano peggiorare: il suo posto da titolare non è più certo, e inoltre la scarsa tranquillità lo porta a mancare gol clamorosi; molti iniziano a mugugnare, lo danno per finito, ma il mister non si scompone e gli rinnova la fiducia. Ed ecco che, come nelle favole, ad un tratto il brutto anatroccolo si trasforma di nuovo in Principe: contro il Lecce in casa, Milito inaugura una serie di 4 partite consecutive a segno, compreso l'importantissimo derby con il Milan, vinto 1-0 grazie a lui, e dopo una giornata di "riposo" si mette ancora in evidenza contro il Palermo, a cui rifila ben 4 reti; in totale, ben 9 gol in 6 partite, che lo riportano nelle posizioni alte della classifica marcatori e lo rendono nuovamente un punto di riferimento nell'attacco dell'Inter. Ora la stagione entra nel vivo, la Champions è alle porte, e i tifosi si augurano che la rinnovata vena del Principe sia decisiva per poter coltivare ancora ambizioni di classifica e puntare a far bene anche in Europa. Da parte sua, Milito non ha nessuna intenzione di fermarsi, e vuole mantenere alta la sua media-gol, che finora parla di oltre una rete ogni due partite con le squadre italiane, un bottino davvero invidiabile. Inoltre, è sempre vivo il sogno di riconquistare un posto nella sua Nazionale, l'unica squadra in cui finora non è riuscito a lasciare il segno; i Mondiali del 2014 sono ancora lontani, e la concorrenza è tanta e agguerrita, ma questo non frenerà di certo la voglia di gol del Principe, tornato finalmente quello di un tempo.
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