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MANGIA... ALLENATORI!

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Si può passare da giovane scoperta e grande rivelazione dell'anno all'esonero nel giro di appena tre mesi? Sì, soprattutto se sei l'allenatore del Palermo e il tuo presidente si chiama Maurizio Zamparini, un uomo che definire "vulcanico" è un eufemismo. Se n'è accorto questa mattina Devis Mangia, l'ultimo di una lunga lista di allenatori chiamati in panchina e mandati a casa in tempi più o meno brevi e senza troppi giri di parole; e dire che, appena il giorno dopo il suo esordio in panchina, il giovane allenatore era stato paragonato a Wenger proprio dal suo presidente! E' stata un'avventura breve ma sorprendente quella di Devis Mangia, 37 anni, calciatore solo a livello di giovanili (faceva il portiere) e fino a pochi mesi prima allenatore della Primavera di Varese e Palermo, con poche esperienze in prima squadra (il massimo risultato proprio a Varese, portato dall'Eccellenza alla C2 qualche anno prima); un perfetto 'signor Nessuno', insomma, almeno fino al 31 agosto di quest'anno, quando viene promosso alla guida tecnica del Palermo in sostituzione di Stefano Pioli, esonerato dopo appena due mesi dall'ingaggio a causa dell'eliminazione in Europa League. A dirla tutta, Mangia sembra inizialmente una soluzione di ripiego, un allenatore provvisorio, visto che il campionato è alle porte e c'è poco tempo per trovare una nuova soluzione, ma è proprio la prima di Serie A a cambiare le carte in tavola: vittoria casalinga per 4 a 3 contro l'Inter di Gasperini, entusiasmo del presidente alle stelle, e allenatore confermato per la partita successiva. Un inizio davvero da sogno, che scatena subito paragoni illustri, su tutti proprio quello di Zamparini che lo definisce "il nuovo Wenger", e sembra gettare le basi per quello che può essere un progetto a lunga scadenza, anche perché i risultati continuano ad arrivare anche nei mesi successivi, e fruttano a Mangia un contratto fino al 2013. L'unico neo, su cui il presidente fa presto ricadere l'attenzione del coach, è il rendimento deficitario della squadra in trasferta: solo 2 punti conquistati, e senza segnare nemmeno un gol; di contro, i 18 punti conseguiti tra le mura amiche sembrano un'assicurazione sufficiente per mantenere in sella il giovane Mangia. Nell'ultima settimana, però, ecco che accade l'irreparabile: sconfitta interna a sorpresa contro il Cesena, e eliminazione in Coppa Italia contro il Siena, sempre in casa. A ciò si uniscono i primi scricchiolii all'interno dello spogliatoio, con alcuni giocatori scontenti per lo scarso impiego o per la perdita del posto da titolare. Questi risultati non piacciono al presidente, che pretende una reazione nella gara successiva, il sentitissimo derby contro il Catania, in un campo storicamente ostico per il Palermo. Mangia ostenta sicurezza circa la sua posizione, cerca di distendere l'ambiente portando in conferenza stampa dei panettoni, un gesto con cui esorcizzare il temuto esonero prima di Natale, ma purtroppo sul campo la svolta non arriva: 2-0 piuttosto netto in favore degli etnei, entusiasmo sotto i tacchi, e pazienza del presidente che finisce. Arriva così l'ennesimo esonero della gestione Zamparini, il trentaduesimo in 24 anni di carriera (si arriva a 38 se si calcolano i ritorni, una media impressionante!), e al posto del giovane e promettente Mangia dovrebbe arrivare il più esperto Bortolo Mutti, di 20 anni più grande; il quale tuttavia nelle sue esperienze recenti ha collezionato 2 esoneri e 2 retrocessioni da subentranti, il che aumenta il rischio che il record del presidente del Palermo possa migliorare ancora nei prossimi mesi, anche se i tifosi rosanero si augurano certamente di no. L'avventura di Mangia, colui che doveva essere il nuovo Wenger, si è dunque conclusa così, dopo tre mesi e mezzo di gestione del Palermo, proprio com'era successo a tantissimi suoi predecessori illustri, da Guidolin a Zenga, passando per il più recente Delio Rossi; tecnici apprezzati e stimati presto dal presidente, e altrettanto rapidamente messi da parte in assenza di risultati. Ma di certo non finirà qui la carriera di Devis: le opportunità di trovare una nuova panchina non mancheranno di certo per questo allenatore emergente, che ha ottenuto molti consensi grazie alla sua simpatia e disponibilità fuori dal campo e, soprattutto, grazie alla determinazione e alle buone basi tattiche dimostrate fin dall'esordio. Chissà che un giorno non possa davvero diventare uno dei grandi allenatori della nostra serie A, magari sulla panchina di una grande squadra e con la possibilità di lavorare seriamente su un progetto a lungo termine; magari cominciando a lavorare seriamente sulle partite in trasferta, e al tempo stesso pregando di non avere come presidente un nuovo Zamparini...
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