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IL TRISTE DECLINO DELL'ITALBASKET

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E' finita in modo indecoroso, peggio di quanto ci si aspettasse: quattro sconfitte in cinque partite, l'ultima contro Israele, non certo una squadra di fenomeni, che per lunghi tratti ci ha ridicolizzati. L'Italia esce con le ossa rotte e il morale sotto i tacchi da questo infausto Europeo, e certifica definitivamente la crisi del suo movimento, da troppo tempo lontano dai palcoscenici più importanti, come i Mondiali e soprattutto le Olimpiadi, soprattutto se si pensa alle grandi soddisfazioni ottenute nemmeno dieci anni fa (bronzo europeo nel 2003, argento olimpico nel 2004). Del gruppo di allora non è rimasto nessuno, tutti hanno dovuto cedere il passo a causa dell'anagrafe, ma soprattutto sembra scomparso lo spirito combattivo e indomabile che spingeva questi atleti ad imprese strepitose, indimenticabili, come la vittoria in amichevole sul Dream Team USA o la grande rimonta contro la fortissima Lituania ad Atene, in semifinale olimpica. I nomi di Basile, Galanda, Pozzecco, Marconato, Soragna, Chiacig, e prima di loro Fucka, Myers, Abbio, Andrea Meneghin, Frosini (per fermarci agli anni più recenti, senza scomodare i vari Dino Meneghin, Sacchetti, Marzorati e Riva) sono sempre scolpiti nelle menti degli appassionati, che con loro avevano cominciato a sognare e ad esultare, anche quando i titoli mancavano, perché in compenso la grinta e l'energia c'erano sempre. Quella di oggi, invece, sembra proprio l'opposto di quella squadra: manca un vero leader, manca il gioco di squadra, manca la difesa arcigna che innesca l'attacco, e soprattutto manca lo spirito dei lottatori, con troppi giocatori che sono apparsi spaesati e poco incisivi nei momenti importanti delle partite. Bargnani, Belinelli e Gallinari, quelle che dovrebbero essere le tre punte di diamante, visto che giocano ormai da tempo in NBA, hanno offerto prestazioni troppo alterne, prendendo troppo spesso iniziative personali con isolamenti e tiri affrettati e improbabili, e non lasciando a sufficienza il segno in difesa. Intorno a loro, inoltre, i compagni non sono sembrati assolutamente all'altezza, condizionati sicuramente dallo scarso impegno nel campionato italiano, che privilegia eccessivamente gli stranieri e non permette ai nostri ragazzi di maturare e formarsi, anche in competizioni di alto livello come l'Eurolega. Tutti questi fattori, sommati insieme, danno forse la giusta chiave d'interpretazione del nostro fallimento, non certo il primo di questi ultimi anni. Occorrerà rialzare la testa e ripartire con umiltà, ricominciare dalle basi, in primis da quella difesa che tanto ci è mancata e che è sempre stata un punto di forza nel modo di giocare tipico del basket europeo, molto diverso in questo dall'NBA, che con il suo gioco prevalentemente offensivo e basato sul talento individuale ha condizionato troppo le nostre presunte stelle. Ci vorrà molto lavoro, e il supporto adeguato di squadre e federazione, per rimettere in carreggiata questa squadra, che ha un'età media piuttosto bassa e deve crescere ancora molto prima di diventare davvero competitiva. Tutti i tifosi, che da sempre sostengono e amano la Nazionale, sperano che la ripresa arrivi presto, o almeno che tornino quella grinta e quell'energia che hanno fatto sognare l'Italia intera.
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