Era di gran lunga il più forte, lo sapeva lui e lo sapevano tutti, dagli spettatori agli avversari. I suoi rivali più accreditati erano fuori per infortunio, gli altri non mostravano la minima possibilità di batterlo, il Mondo intero era pronto ad una nuova, strepitosa performance, e ai suoi pittoreschi festeggiamenti. Ma per una volta è accaduto qualcosa di diverso, di imponderabile, persino per un grande campione come lui, e la storia ha preso una piega diversa, del tutto inaspettata.
La sfida sui 100 metri ai Mondiali di Daegu di ieri rimarrà sicuramente nella memoria non tanto per la vittoria di Yohan Blake, quanto per la clamorosa squalifica di Usain Bolt, l'uomo più veloce di sempre, arrivato con il favore dei pronostici a questa sfida e sconfitto, per una volta, non da un avversario, ma solo da sé stesso. I due avversari più temibili, Tyson Gay e Asafa Powell, erano fuori gioco a causa di alcuni problemi fisici, e nonostante i molti problemi avuti in stagione tutto lasciava supporre una nuova grande vittoria per il recordman sui 100 e 200 metri, medaglia d'oro in entrambe le specialità sia alle Olimpiadi del 2008 che ai Mondiali del 2009 (con record del Mondo annessi in tutte e due le occasioni). Le qualificazioni e le semifinali avevano confermato questo dominio, con il giamaicano che otteneva il pass per la finale senza forzare minimamente, limitandosi quasi a un riscaldamento.
Ma alla fine, forse, è stata proprio questa eccessiva sicurezza, unita all'apparente facilità della sfida, a far commettere a Bolt questo piccolo, fatale errore. Allo sparo, il campione è scattato con una frazione di secondo di anticipo, commettendo una falsa partenza e ricevendo, secondo il regolamento, la squalifica immediata, tra la disperazione di tutto lo stadio. In molti hanno stigmatizzato questa sua leggerezza, soffermandosi soprattutto sul suo fare un po' "buffonesco" prima delle partenze e sulle sue esultanze, da qualcuno ritenute eccessive e poco rispettose, accusandolo di mancanza di serietà e scarsa concentrazione; può essere un'opinione condivisibile, anche se va ricordato che in tanti avevano precedentemente preso in simpatia gli stessi comportamenti di Bolt, definendoli solo come segnali evidenti della sua indiscussa superiorità e sicurezza.
In quei pochi decimi di secondo è svanita dunque la possibilità di vedere un bis del campione uscente nei 100 e 200 metri, impresa finora mai riuscita a nessuno. Si può anche protestare sulle recenti modifiche al regolamento da parte della IAAF, che dal 2010 hanno deciso di imporre la squalifica immediata nei casi di partenza anticipata (in precedenza l'atleta "colpevole" riceveva solo un avvertimento, e solo in caso di recidività scattava la punizione), ma indignarsi solo perché in questo caso è stato penalizzato un campione sarebbe sbagliato e tardivo, oltre che inutile. La storia, infatti, ha stabilito che, per una volta, l'uomo più veloce del Mondo è stato fin troppo veloce, e ha dovuto cedere il trono di campione ad un altro atleta. Adesso Bolt attende con impazienza i 200 metri, per tornare in pista e dimenticare questo curioso e doloroso incidente. Vedremo se in questo caso dimostrerà di aver imparato la lezione, magari concentrandosi più sulla gara e meno sui festeggiamenti, e se tornerà a volare e a fare quei record a cui ci aveva abituati.