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UNA COPPA 'INUTILE'?

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Le partite di ieri sera hanno sancito il dominio del Portogallo in questa edizione dell'Europa League (quella che da nostalgici continuiamo a chiamare Coppa UEFA). Nella finale di Dublino, infatti, saranno di fronte il Porto di Villas Boas, già considerato da molti come l'erede di Mourinho, e il Braga, squadra meno nobile ma che si è portata a casa "scalpi" illustri come quelli di Liverpool, Dinamo Kiev e Benfica. Per l'ottava volta nella storia della competizione ci sarà un derby in finale, e viene quasi da sorridere al pensiero che nella metà delle occasioni le protagoniste di questi derby erano squadre italiane. Fin dalla sua creazione, nel lontano 1958 (all'epoca e fino al '71 si chiamava Coppa delle Fiere), la Coppa UEFA è sempre stata considerata la meno importante delle tre competizioni europee per club, sovrastata dalle ben più ambite Coppa dei Campioni e Coppa delle Coppe. Nonostante questo, ha sempre riservato un buon numero di soddisfazioni per le compagini italiane (ha rappresentato, ad esempio, il primo trofeo continentale della Juventus, nel 1977), che ad un certo punto avevano praticamente monopolizzato questa coppa. Si può infatti notare che, dal 1988-89 al 1998-99, ben 14 squadre italiane hanno disputato la finale, portando a casa il trofeo per 8 volte; in pratica, uno dei nostri team ha partecipato all'atto conclusivo di questa manifestazione in ognuna delle edizioni citate (unica eccezione la stagione 1995-96), con ben 4 derby. E' andata ad arricchire le bacheche di Napoli (1989), Juventus (1990 e 1993), Inter (1991, 1994 e 1998) e Parma (1995 e 1999), ha visto le grandi imprese di Fiorentina, Roma, Torino, Lazio (finaliste in 4 occasioni), oltre al Genoa di Bagnoli e al Cagliari di Bruno Giorgi, splendide protagoniste in altre due edizioni del torneo. Un vero e proprio monopolio, che purtroppo si è interrotto dopo le grandi riforme che hanno coinvolto le competizioni europee per club nel 1999: da quell'anno, infatti, è aumentato il numero di partecipanti alla Champions League, mentre l'eliminazione della Coppa delle Coppe doveva servire a dare ulteriore risalto alla Coppa UEFA e renderla ancor più appetibile alle squadre che vi partecipavano. Nonostante questo, le squadre italiane hanno iniziato a considerare questa competizione sempre più come un peso, un torneo di scarsa importanza, una perdita di tempo ed energie, e l'hanno snobbata schierando spesso formazioni rimaneggiate; il risultato è stato che da allora nessuna compagine italiana è più arrivata in finale, con sconfitte anche pesanti e prestazioni modeste durante la manifestazione. All'inizio nessuno ha mai dato troppo peso a questo, ma con il passare delle stagioni l'importanza dei risultati in questa presunta "coppetta" è apparsa evidente nel ranking UEFA, il sistema a punti che stabilisce quante squadre per ogni nazione potranno prendere parte alla Champions e all'Europa League. In questa classifica, dopo essere stata a lungo in posizioni di vertice, l'Italia ha perso sempre più punti, tanto che la prossima sarà l'ultima edizione con 4 squadre in Coppa dei Campioni; nel 2012-13 cederemo questo vantaggio alla Germania, per la prima volta dopo le riforme del 1999. Questa è di certo una grande sconfitta per il nostro calcio, e tutti si attendono una risposta dalla Federazione e dai club, i maggiori indiziati per questa figuraccia a livello europeo. Non sarà facile tornare ad avere posizioni di vertice, ma bisogna cominciare a lavorare seriamente in questa direzione, innanzitutto convincendo presidenti, allenatori e giocatori che questa "coppa di serie B" ha un suo valore e va ugualmente onorata. Speriamo che l'aumento dei guadagni economici stabilito dall'ennesima riforma (quella che ha portato alla creazione di questa Europa League) sia un buon incentivo per affrontare seriamente questo torneo e, magari, riuscire a riportarlo finalmente in Italia. Perché è bello vedere una squadra che vince, ma lo è ancora di più se quella squadra porta i colori della tua nazione...
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