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IL CAMPIONE... ANNOIATO

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Per inaugurare questo mio spazio, cosa c'è di meglio dello sport che preferisco, ovvero il calcio? In particolare, vorrei soffermarmi su un ragazzo che da un paio d'anni è al centro delle cronache italiane (non solo sportive) più per i suoi comportamenti e le sue bizzarrie che per le sue prodezze calcistiche: sto parlando di Mario Balotelli, uno dei talenti più cristallini del calcio italiano, e al tempo stesso, a parer mio, una delle persone più autolesioniste che ci siano in giro.  Autolesionista, perché ritengo che questo ragazzo di nemmeno 21 anni stia facendo di tutto per rendersi antipatico al mondo intero. Me lo ricordo agli esordi, quando segnò due bellissimi gol in quel di Torino (ahimè) contro la Juventus, in una gara di Coppa Italia vinta per 3 a 2 dall'Inter. Di lì a poco, avrebbe fatto il suo esordio in serie A e segnato i suoi primi gol: aveva appena 17 anni, ed era già sulla bocca di tutti. Rimasi impressionato dal suo talento e dalla naturalezza con cui giocava, così giovane, nella massima serie del calcio italiano, ma mi resi conto altrettanto presto che alle sue doti aggiungeva un non so che di strafottente, di presuntuoso, atteggiamenti poco "simpatici" verso gli avversari in campo. Il tempo non ha fatto che confermare le cose: troppe scaramucce con compagni e avversari, tifosi avversari e addirittura di casa (la maglia gettata via dopo un Inter-Barcellona 3-1 di semifinale Champions, gesto davvero pessimo a mio avviso...), troppe alzate di "cresta" e una supponenza che sfiora la presunzione, la boria. Non voglio condannare il ragazzo, in questo post, bensì fare una riflessione sui motivi che possono portare a simili comportamenti. Credo che infatti le ragioni di tutto questo vadano ricercate a monte del problema, alle spalle del giocatore, nella famiglia, nelle amicizie, nei procuratori, nell'ambiente che lo circonda, nel suo passato. Abbandonato bambino dai genitori ghanesi nell'ospedale di Bagnolo Mella, accudito lì dai medici fino al 1993, quando viene adottato da una famiglia bresciana (i Balotelli appunto), cresciuto in una situazione sicuramente paradossale e immagino più volte a contatto con il problema del razzismo (lui italiano di colore in un'Italia che troppe volte ha mostrato di essere ancora lontana dalla tolleranza). Sinceramente non invidio un'infazia simile, e non dubito che questa possa aver lasciato in lui questa voglia di rivalsa, di affermazione, di dimostrare di essere più forte di tutto e tutti, a costo di mettersi contro il mondo intero. Questo però non giustifica l'atteggiamento indolente, le troppe indiscipline dentro e fuori dal campo, e soprattutto la mancanza di sorriso, più volte manifestata, come se giocare a pallone fosse per lui una forzatura, non una gioia. E' giovane, ha tanto tempo davanti a sè per migliorare questi lati e diventare uno dei più forti calciatori di sempre e soprattutto una persona più tranquilla, ma mi auguro che trovi anche le persone giuste, che gli facciano capire che non serve a nulla essere fenomeni dello sport, se fuori dal campo sei una persona che non piace a nessuno... P.S. Ultima bravata della serie, si è divertito a tirare freccette ai ragazzini delle giovanili, e la sua giustificazione: "Mi annoiavo..." Forse dovrebbe pensare a tutti coloro, molti ben più anziani di lui, che si rompono la schiena al lavoro e guadagnano in una vita quello che lui percepisce in un anno. Loro sì che la noia non sanno cosa sia: prenda esempio, Supermario...
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