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IMPERIOSO ED EFFICACE: IL MARCHIO CONTADOR SUL GIRO

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Alberto Contador fa sua la cronoscalata del Nevegal. Lo spagnolo vince e lo fa da dominatore, infliggendo un distacco di 34” a Vincenzo Nibali e di 38” a Michele Scarponi, perde più sensibilmente John Gadret, 1’27”, mentre si difende bene a sorpresa José Rujano, quarto a 39”. L’incedere dello spagnolo è imperioso, l’azione efficace, il risultato storico: in queste tre affermazioni c’è il senso della prova del leader indiscusso di questo Giro, ormai sempre più lanciato verso la vittoria finale e la sfilata trionfale in quel di Milano. Mai un'esitazione, anzi è una salita con strategia e attenzione al risultato. Attacca, ma lo fa dove sa di poter essere il migliore, spinge seduto sulla sua bici e sale fuori sella solo all’occorrenza per rilanciare l’attacco. La pedalata fluida è la cosa che più fa spavento, ben oltre i 90rpm (ripetizioni al minuto). Nibali parte all’assalto e stavolta vuole la vittoria finale. Dopo 5,3 km è primo con 9” di vantaggio su Scarponi e 13” su Contador. Da lì però la strada inizia a salire e il ritmo di pedalata dello spagnolo non lascia scampo: a 3 km dall’arrivo ha già un vantaggio di 38” su Scarponi, in quel momento secondo. Alla fine, l’unico a stargli a ruota è Nibali, concludendo 34” dopo lo spagnolo e con Scarponi a 38”. La lotta verso la il traguardo finale di Milano si riduce sempre più ad un secondo posto che Enzo Nibali e Scarponi dovranno far proprio, Alberto è invece pronto per ritirare l’ambito titolo, il secondo dopo quello del 2008. La maglia rosa si impone col tempo di 28’55”, alla media di 26,351 all’ora. Adesso vanta 4’58” su Scarponi, 5’45” su Nibali, 7’35” su Gadret, 9’18” su Rujano e 9’22” su Nieve, che ha pagato più di tutti la grande fatica del tappone alpino del Gardeccia. A destare però l’orgoglio italiano è sicuramente Stefano Grazelli della Acqua e Sapone, che anche oggi ha dipinto una gara d’altri tempi, la sua età anagrafica lo annovera tra i più anziani del circo su due ruote dopo Paolo Noè in forza alla Farnese vini-Neri. L’azione del varesino lo pone al primo posto fino a ce non scendono in pista i jet della salita, ma è nel suo ciclismo che sta il più bel risultato. Sale seduto con l’eleganza di un ballerino, le traiettorie perfette e l’interpretazione giusta della scalata sono ormai fatto noto e la gente ripaga accompagnandolo con un tifo unico, chiude con un lusinghiero quinto posto. Un personaggio cosi non dovrebbe mai pensare al ritiro. Vincenzo Nibali ha sperato fino alla fine di raggiungere la vittoria, ma si è dovuto inchinare allo scatenato Contador. Anche questa volta sorprende per la sua precisione nella guida e per il giusto grado di follia che lo sta facendo apprezzare un a tutti gli addetti come ai telespettatori da casa. Scarponi, inizia la sua crono sperando in una vittoria, ma la fatica lo frena e manca di quella cattiveri che chi lo ha preceduto ha saputo impostare. Bene nella prima parte del percorso, nel centrale si risparmi e si gestisce, ma nella seconda ed ultima parte pur essendo lontano dal rimanere con il fiato tirato, ha un calo che condiziona la sua performance, ma ormai la lotta è con Nibali per un secondo Posto. Una nota va fatta per Faustino Muñoz, meccanico di Contador alla Saxo Bank, che è stato espulso dal Giro. Lo spagnolo, che già al termine della tappa dello Zoncolan era furibondo con i tifosi che lungo la salita avevano insultato e sputato a Contador. Oggi, mentre era in ammiraglia, ha aperto la portiera colpendo uno spettatore. Ma forse questa la dice lunga sullo stretto rapporto che intercorre tra meccanici e corridori, un rapporto che a volte va oltre la sola realtà professionale e diventa di amicizia e reciproca fiducia se non di totale simbiosi.
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