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PICCOLI CAMPIONI CRESCONO

La storia di Salvatore Puccio: emigra per inseguire il suo sogno di correre in bici

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La storia di questo 23enne è simile a quella di tanta gente emigrata dal meridione per cercare quel riscatto che solo andando in un'altra regione si può avere. Puccio è uno di quei ciclisti di cui sentiremo parlare, un under 23 che ha già scritto una pagina di storia importante del ciclismo italiano. A soli 23 anni da dilettante ha conquistato il Giro delle Fiandre, una delle corse più dure da annoverare tra le grandi Classiche del Nord. Ha vinto con autorevolezza rendendo il giusto tributo alla nostra nazione. Ha fegato il giovane Salvatore che all’età di 12 anni si rende conto che quella bici per lui non è un semplice giocattolo, di quelli che quando ci si stufa vanno messi in cantina, ma può essere invece la compagna di una vita e diventarlo strumento per un lavoro. Decide, d'accordo con i genitori di lasciare Menfi, in Sicilia, dove c’è tutta la vita della famiglia Puccio e trasferirsi a Petrignano, a metà strada fra Perugia ed Assisi. Nella sua famiglia il ciclismo lo si respira in ogni angolo di casa ed è anche il chiodo fisso di suo fratello Antonino, di due anni più grande. La scuola è stato un punto fermo nella loro crescita, poi pian piano l’apertura al ciclismo, quello dei team e fatto di corse e sacrifici. Arrivano i team per tutti e due, prima Petrignano, poi Monsummanese, quindi Bedognoni e da quest’anno una vera squadra, la Hopplà-Truck-Mavo-Valdarno dei patron Forconi e Borghesi, anch’essi ex ciclisti. Salvatore si è messo in luce quest’anno e la ricompensa è stata la convocazione con la maglia della nazionale under 23 al Giro delle Fiandre che ha significato anche prendere parte ad una prova della Coppa delle Nazioni. Ad imporsi nella più nota “Corsa dei Muri” nel 2002 anche un italiano oggi professionista indiscutibile, Giovanni Visconti, peraltro siciliano come Puccio. E non bisogna dimenticare Vincenzo Nimbali, detentore del real titolo di conquistatore della Vuelta di Spagna. Le storie di questi campioni hanno tutte uno stesso denominatore comune. Tutti sono emigrati per raggiungere il proprio sogno di volare sulle due ruote. Sono queste le storie che rendono l’arte della bicicletta meritevole di essere raccontata, ben oltre i soli casi di doping sbattuti sui fogli dei quotidiani sportivi. Concludiamo questo appuntamento regalandovi una citazione di Luca Fioretti, ciclista professionista e sportivo abruzzese: Per praticare uno sport duro come il ciclismo non c'è bisogno di frasi di incoraggiamento... devi amarlo a priori indipendentemente da tutto! non servono a niente le frasi a effetto, serve quello che hai dentro, quello che provi! Caro Salvatore, corri sulle ali del vento. Noi ti seguiremo sperando che tu sia sempre il vanto del ciclismo italiano e dell’Italia che ama lo sport. Quello vero, quello con la S maiuscola.
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