Avrete certo sentito parlare della teoria sull’evoluzione di Darwin secondo la quale l’uomo discenderebbe dalla scimmia. A distanza di anni anche quello studio, all’apparenza così perfetto, mostra alcune lacune. Non voglio discutere sull’attendibilità dell’evoluzione Darwiniana, ma lo scienziato evidentemente all’epoca non aveva fatto i conti con le automobili e i computer.
In media passiamo 260 ore all’anno seduti in macchina imbottigliati nel traffico e 5 ore al giorno seduti su una sedia a guardare un monitor del PC. Se dopo qualche ora avvertite dolori di schiena, mal di testa o fastidi generali è perché la nostra struttura fisica non è stata pensata né creata per sacrifici posturali di questo tipo e forse stiamo andando contro natura o la natura non ha ancora modificato la nostra struttura.
Degli scienziati hanno stilato una lista dei 10 errori che l’evoluzione ha compiuto per renderci quelli che siamo ora, leggendoli giudicate voi se effettivamente abbiamo qualcosa in più che forse poteva esserci utile, sì ma nell’era della clava!
Il mal di denti per esempio: pare che sia causato dall’evoluzione abnorme del cervello umano, che ha così rubato spazio alla mandibola. Se l’encefalo fosse rimasto piccolino non avremmo avuto il mal di denti.
Poi c’è il coccige: senza girarci troppo intorno, è tutto ciò che rimane della coda degli animali, ma che non credo serva a qualcosa.
Altro problemino causato dall’evoluzione è il mal di schiena: le vertebre umane erano state create per sopportare un peso orizzontale e camminare a quattro zampe, mentre adesso si trovano scomodamente piegate ad “s” a sopportare il peso della gravità. Ci sarebbe anche l’appendice, all’apparenza senza nessuna funzione se non quella di infiammarsi e garantirci un intervento chirurgico. Fra tutti gli errori dell’evoluzione quello del singhiozzo è forse il più lontano nei tempi e per questo il più inutile per i nostri anni. Il singhiozzo era utilissimo agli anfibi che viaggiando sia sott’acqua che su terra, avevano bisogno di un meccanismo automatico che impedisse all’acqua di entrare nei polmoni abbassando di forza la glottide.
Come avete letto sono tanti i residui jurassici che ci portiamo addosso e forse il solo pensiero di averceli ancora nel corredo vi fa venire la pelle d’oca, tra l’altro preistorica anche lei.
La pelle d’oca aveva un senso all’era dell’uomo della pietra, quando l’orripilazione dei peli serviva per scaldarsi o per spaventare i nemici, ora è solo uno degli errori dell’evoluzione.
E pensare che da piccolo mi sentivo sempre dire: “Stai dritto con quella schiena”!!
Beppe De Marco