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La speranza che può rivoluzionare la nostra vita

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+In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.

Fra gli eletti, Gesù compie un ulteriore selezione: sono coloro che, seguendolo, devono elevarsi. Infatti, l'atto di salire il monte, non si limita ad essere la ricerca di una collocazione "spaziale" ma anche il tendere verso una determinata condizione umana e spirituale. Per comprendere la natura di Gesù essi dovranno, con fatica, arrivare in cima a se stessi, accettando quella condizione di "solitudine" che deve essere tollerata da chi fa delle scelte controcorrente o ha dei ruoli di responsabilità come quelli che acquisiranno gli apostoli scelti. Pur amando tutti allo stesso modo e dando a ciascuno un eguale dignità, Cristo ha per ciascuno un ruolo diverso. Chiaramente Egli sarà più esigente con chi sarà investito di importanti responsabilità.

+Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù.

Quello che compie Gesù, non è lo sfoggio delle sue capacita ssoprannaturali ma l'annuncio di qualcosa che rivoluzionerà per sempre il nostro modo di vedere ed interpretare le cose. Un anticipo di quella che sará la resurrezione. Mose (la legge) ed Elia (la profezia): la forma e l'essenza della fede che trovano compimento in Cristo, realtà simboleggiata dal loro discorrere con Gesù. Colpisce l'uso passivo del verbo "fu trasfigurato": è il Padre che mostra al "piccolo gregge" il messia e non quest'ultimo. L'umiltà e l'abbandono alla Divina Volontà è ancora più evidente.

+Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati.

Pietro, Giacomo e Giovanni sono spaventati, come del resto lo saremmo stati anche noi nella medesima situazione. Cefa, il più intraprendente balbetta una proposta... Ma questa non viene nemmeno ascoltata. Spesso nei nostri culti cerchiamo di costruire quelle capanne che anche il principe degli apostoli voleva edificare, racchiudere l'ineffabile nella povertà delle nostre categorie umane. Lo facciamo perché l'ignoto ci spaventa e ci rassicura racchiuderli in ciò che le nostre menti possono facilmente apprendere.

+ Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.

La nube rappresenta la benedizione, un segno di feconditá spirituale e profetica con cui l'Eterno avvolge gli amati. Non sono loro a custodire e proteggere (ricordiamo le capanne che voleva costruire Pietro) ma è Lui stesso che lo fa, ammantandoli con la Sua Grazia. Il Padre affida agli eletti ció che per lui è più prezioso: scuote la durezza dei cuori degli apostoli prediletti con un segno ancora più inequivocabile, la Sua potente voce parla del Figlio: ci viene rivelata e affidata quella verità che davvero può renderci liberi, a noi non resta che ascoltare, lasciarci sedurre e tuffarci nell'avventura dell'Amore.

+Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

La paura della morte paralizza le menti degli apostoli che non riescono a comprendere ciò che Gesù gli sta rivelando. La loro fede è ancora troppo debole per accogliere l'inaudita speranza della resurrezione. Questo li rende impermeabili a quelle parole piene di luce, hanno il cuore chiuso. Se solo ci aprissimo a questa speranza... Non solo vivremmo più serenamente gli eventi che attraversano la nostra vita, ma permetteremmo alla Grazia di rendere più bella la nostra esistenza.

Un abbraccio a tutti, felice domenica!

 
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