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1 e 2 Novembre: Ricordiamoci che non si muore

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La solennità di  Di Tutti i Santi (Festabant Omnium Sanctorum) e il giorno della commemorazione dei defunti (Commemoratio Omnium Fidelium Defunctorum) hanno origini molto antiche. La commemorazione dei martiri comuni a tutte le chiese nacque come esigenza già nel VI secolo, cioè subito dopo che ai cristiani fosse concesso di celebrare liberamente il loro culto. Durante questa festività venivano celebrati tutti coloro che avevano testimoniato con la vita la loro professione di fede nell’epoca delle persecuzioni. In seguito la celebrazione venne estesa a tutti i santi, compresi coloro di cui ignoriamo la virtù e la statura spirituale e che solo Dio conosce.
 
Non è un caso se la data scelta dalla chiesa sia proprio il I 1° novembre. Tale decisione fu determinata da una richiesta dei monaci irlandesi affinché fosse cristianizzata la celebrazione dello “Samhain” l’antico capodanno celtico in cui, secondo le credenze di questi ultimi, i morti tornavano dall’aldilà per far festa insieme ai loro cari ancora in vita. Tale celebrazione era così sentita da non essere stata soppressa nemmeno quando il cristianesimo si radicò nella cultura di questi popoli.
 
Proprio per questo il 2 novembre è stato scelto come giorno da dedicare alla memoria dei defunti, tale usanza si diffuse presto in tutta la cristianità già dai tempi di Carlo Magno. Sembrerà strano ma in questi giorni non si celebra la morte ma la vita, o meglio la nostra convinzione che la morte sia solo un passaggio, magari stretto ed angusto, verso una vita che lo stesso Gesù ci ha raccomandato di non immaginare, perché al di sopra di ogni nostra capacità di comprensione. E’ importante sentire ch fra noi è loro c’è un legame che nemmeno la morte è stata capace di spezzare, un legame fatto di silenzio e un sottile sottinteso d’amore.
 
Portiamo il fiore della nostra preghiera davanti alla memoria dei nostri cari non più qui ma paradossalmente non meno presenti.
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