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Ceneri: quelle da cui risorgeremo

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Oggi è mercoledì delle ceneri, giorno che la comunità cristiano/cattolica praticante dedica al digiuno e alla penitenza. Giorno in cui ci si mette in discussione per individuare con chiarezza le proprie fragilità e lavorare con decisione su di esse, sostenuti da una più frequente pratica di fede.

Ma il cammino di conversione che noi cattolici ci proponiamo di vivere in questo tempo di Grazia non si esaurisce nel cerchio ristretto della nostra individualità, ma si proietta in tutte le dimensioni della nostra vita e si verifica nelle relazioni che intessiamo in ambito familiare e sociale. Scrivendo “sociale” sento sempre un pizzico di timore, ma questo quando non ti frena diventa uno stimolo. Il messaggio di Gesù non è politico ma i valori che esso propone danno al cristiano (che ben conosce il Vangelo) una visione del sociale chiara, precisa: il rifiuto della violenza, l'autorità vista come servizio/ministero, la pari dignità tra uomo e donna, il rispetto e l'amore verso chi ha una visione diversa, l'obbligo morale della Carità, della Giustizia e la condivisione dei beni. Come si fa ad essere fedeli ed a predicare tutto questo senza il "rischio" di fare politica?

Al paradiso si arriva proprio per questa strada, così infangata che è impossibile sporcarsi (Celentano mi perdoni). Gesù pregava tanto ed esortava con forza a fare lo stesso, ma ha anche percorso le vie di questo mondo sanando e beneficando tutti, invitando fermamente i suoi discepoli ad imitarlo. Non viviamo in tempi facili, la crisi ci impaurisce e le statistiche ci angosciano con la loro danza di numeri. Lo spettro della recessione, la disoccupazione, la crisi morale delle istituzioni. Nessuno può salvarci da tutto questo se non noi stessi, uniti ed ispirati dai valori della solidarietà e della fiducia nel futuro. Un solo uomo con le sue azioni può cambiare il mondo, una comunità che condivide energie e risorse per il bene comune lo rivoluziona. Da queste ceneri possiamo risorgere.

 

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