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Parole e musica per narrare la vita di San Camillo de Lellis

Evento nella chiesa di San Giuseppe con l'attrice Giuliana Antenucci e l'Ensemble Stella Nova

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Si sono aperte domenica 14 luglio a Bucchianico le celebrazioni per ricordare i quattrocento anni della morte di S. Camillo de Lellis (morto a Roma il 14 luglio 1614), con due significative cerimonie. La prima, di carattere civile, si è svolta presso il Monumento dei Caduti, con la deposizione di una corona d’alloro; la seconda, di carattere religioso, è stata vissuta, attraverso la diretta della Rai, dalla piazza antistante il Santuario con la celebrazione liturgica, presieduta dall’arcivescovo di Chieti-Vasto mons. Bruno Forte.

Il Vescovo ha ricordato, nell’omelia, tre aspetti della vita di S. Camillo: la sua conversione, il suo grande amore per Cristo Crocifisso e il suo impegno di servire ogni persona, specialmente se inferma nel corpo e nell’anima.

Anche all’Angelus il Papa Francesco ha ricordato S. Camillo del Lellis “un uomo che ha vissuto pienamente il Vangelo del Buon Samaritano”.

In sintonia con questo importante evento di fede (che durerà un intero anno) la Società Vastese di Storia Patria “Luigi Marchesani”, di cui è Presidente la prof.ssa Gabriella Izzi Benedetti, in collaborazione con la Parrocchia di S. Giuseppe, ha proposto sabato sera 27 luglio una intensa narrazione sulla vita di “S. Camillo del Lellis: l’uomo e il santo”.

A coinvolgere i presenti, all’interno della Chiesa di S. Giuseppe, è stata l'attrice Giuliana Antenucci, che ha interpretato le tappe più significative della vita del Santo di Bucchianico, intermezzate da alcune musiche eseguite dalla Ensemble “Stella Nova”.

L’iniziativa è riuscita pienamente nel suo scopo: far comprendere meglio la grande umanità e l’eccelsa spiritualità di questo  personaggio della storia religiosa italiana, che è stato fondatore dell'Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi (Camilliani), proclamato santo nel 1746 da Papa Benedetto XIV e, insieme con San Giovanni di Dio, nominato, poi, Patrono universale dei malati, degli infermieri e degli ospedali e patrono della Sanità Militare e della Regione Abruzzo.

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