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'Giuseppe Spataro, padre della democrazia': sabato l'appuntamento a Vasto

L'iniziativa a cura del Centro Europeo di Studi Rossettiani

a cura della redazione
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E' in programma sabato 20 ottobre, dalle ore 18, presso la sala conferenze degli ex Palazzi Scolastici l'iniziativa 'Giuseppe Spataro, padre della democrazia', alla quale prenderanno parte i docenti Stefano Trinchese (Università “G.D'Annunzio”) e Mario Belardinelli (Università Roma Tre) con moderatore Gianni Oliva, responsabile del Centro Europeo di Studi Rossettiani.

 

Fari puntati sulla presentazione del volume 'Giuseppe Spataro tra popolarismo e Democrazia cristiana' (Rubbettino, 2012).

 

Giuseppe Spataro (Vasto, 12 giugno 1897 – Roma, 30 gennaio 1979), politico e dirigente d'azienda italiano, si trasferì a Roma per studiare giurisprudenza entrando nella Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI), di cui fu presidente dal 1920 al 1922. Impegnato in politica già da giovane, aderì al Partito Popolare Italiano di don Luigi Sturzo, di cui fu vicesegretario nazionale.


I RELATORI - Stefano Trinchese, ordinario della cattedra di Storia contemporanea presso l'Università “G. D’Annunzio”  di Chieti-Pescara e preside di Facoltà è presidente del Centro per le civiltà dell’Adriatico. Ha studiato nelle università di Bologna (1975-80), Bonn (1983-86) e Paris-Sorbonne (1986-87), conseguendo il dottorato di ricerca a Roma-La Sapienza (1987-90). Ha svolto semestri di studio in Turchia (1993-96) e in Germania (1998-99). Ha insegnato storia della Turchia presso l’Ispettorato dell’Esercito. E’ membro del direttivo della Società italiana per la storia contemporanea e dell’Istituto Paolo VI per la storia del movimento cattolico. E’ autore di monografie su temi di storia politica e religiosa europea e mediterranea.

 

Mario Belardinelli è ordinario della cattedra di Storia del Risorgimento presso Università di Roma Tre e Componente Consiglio Croma Croma Centro di Ateneo per lo Studio di Roma. 

 

"Occorre sgomberare il campo - sottolinea Trinchese - da un diffuso pregiudizio che lega la figura di Giuseppe Spataro a una dimensione importante, ma subordinata, della funzione politica. Eterno vice di qualcuno, sia pure di Luigi Sturzo e di Alcide De Gasperi, elemento di collegamento tra generazioni diverse, propagatore di idee e fermenti cattolico-popolari che parevano in via d'estinzione. Un notabile cattolico, dunque, tra due generazioni di democratici cristiani, o al più il custode di un patrimonio politico-culturale da trasmettere ai successori di un'epoca al tramonto. Alla luce di questo volume invece, la figura di Giuseppe Spataro si staglia in tutta la sua statura di uomo politico e di statista di primario rilievo nazionale: nel delicato momento di snodo della storia politica italiana tra fascismo e dopoguerra, la sua principale e più preziosa funzione storica fu comunque quella del suo coraggioso e improbo impegno per mantenere in vita la fiaccola della democrazia quando questa era soffocata dalla dittatura fascista, per trasmetterla, nella sua integra vivacità, alle generazioni successive".

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