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Le rughe delle donne e quelle 'imperfezioni' da elogiare: pensieri dell'8 marzo

L'incedere del tempo tra esagerazioni e volti autentici

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Sarebbe bello se noi donne riuscissimo a dire basta all’ormai “esagerazione” delle facce finte e ingessate, delle labbra gommonate, degli zigomi troppo sporgenti e tumefatti. Facce di donne belle, e non, diventate “maschere” irriconoscibili. Ragazze giovanissime che si sottopongono a ritocchi di ogni genere pur non avendone alcun bisogno, donne ormai “botox-dipendenti” che si affidano a mani totalmente inesperte, basta guardarsi intorno per capirlo. Di motivi per essere mortificate, purtroppo, ce ne sono ancora tanti, evitiamo di mortificarci ulteriormente, per di più da sole, riducendoci a brutte copie di bambole di silicone solo per sembrare più giovani e più belle. Sappiamo che la giovinezza e la bellezza, quelle autentiche, non si possono comprare e non sono eterne. Sia ben chiaro: non stiamo parlando dei trattamenti che servono a rivitalizzare e migliorare la nostra pelle ma... se “ritocchino” deve essere, che sia almeno fatto da mani esperte e non da persone improvvisate, come i risultati spesso dimostrano. C'è un articolo che mi piace tantissimo, purtroppo l'autore, Pietro Calabrese, non c'è più, se ne è andato qualche tempo fa. Aspettavo il giovedì per leggere i suoi articoli, si chiamavano 'Moleskine', ed erano su Magazine del Corriere della Sera, mi permetto di trascrivere questo articolo, lo dedico a tutte le donne. ELOGIO DELLE RUGHE (di Pietro Calabrese) - Hanno accettato compromessi con l’età e portato i loro voluttuosi e rilassanti “segni” come regine di un tempo senza tempo. Amo quelle donne. A partire da mia moglie. Proprio lei, che è stata bellissima e feroce e ora è ancora più bella. Ho scoperto che adoro le rughe delle donne. Sono affascinato dalla bellezza di quelle linee sottili come onde marine o marcate come campi di grano subito dopo l’aratura. Sono belle le donne con le rughe. Hanno il coraggio della loro età, della loro dignità, della loro bellezza. Incedono in mezzo alla gente con un passo di chi si muove leggero tra le nuvole. Quelle tenere rughe che le rendono affascinanti sono il segnale che hanno vissuto e sofferto, sopportato i dolori e le sconfitte, sono state costrette a fare passi indietro e rinunce, hanno visto i giorni rotolare senza ritegno davanti a loro. Il tempo che passa non le spaventa, la vecchiaia che si avvicina non la vedono come la fine di tutto. Sanno che possono piacere agli uomini, e spesso catturarli ancora, anche se devono rinunciare alla forza potente della bellezza. Sanno che a volte l’intelligenza, l’ironia, la sapienza del vivere possono intrigare molto più della stupida giovinezza. Alcune di loro sono state folgoranti e nel loro camminare giovani e desiderabili per le strade del mondo. Occhi luminosi, pelle fresca, capelli lucenti, gambe perfette, sorrisi da Mille e una notte. A secondo dei giorni, e delle notti, sono state Sherazade e Mata Hari, Audrey Hepburn e fate Morgane. Sono state estasi, sogni e affabulazioni di molti uomini. Di altri, dannazione e tormento. Hanno saputo cosa vuol dire ricevere molto e tante di loro hanno seguito il reale consiglio di Paolo Conte quando canta: “Non perderti per nulla al mondo lo spettacolo di arte varia di un uomo innamorato di te”. No, non se lo sono perso. E’ stata la loro gioventù dorata, ricche o povere che fossero, una lunga e allegra cavalcata quando tutto sembrava possibile e si potevano scambiare le albe con i tramonti senza disperarsi perché niente sarebbe mutato nelle loro sicurezze. Non c’erano malattie né acciacchi né vergognosi tradimenti del corpo né maliziose premonizioni di decadenze fisiche. Poi quella stagione è finita. Come accade per tutti. Ma queste magnifiche, superbe, splendenti ragazze senza età che oggi mi fanno compagnia con le loro rughe non sono cambiate. Adesso qualche volta passeggiano tra la folla e si sentono invisibili, perché nessuno si gira a guardarle come una volta. Non hanno labbra posticce e gommonate, tette della quinta misura che non si muovono neanche durante i terremoti, non si sono rifatte le cosce e i glutei né ti guardano con gli occhi sgranati dopo l’ultimo ritocchino alle palpebre. Sanno cos’è il botulino ma nessun ago le ha mai ferite nel viso, e soprattutto nell’anima. Non hanno accettato compromessi con l’età e portano quelle loro voluttuose e rilassanti rughe come regine di un tempo senza tempo. Per questo amo le rughe delle donne, a partire da quelle di mia moglie. Proprio lei, che è stata bellissima e feroce, adesso è diventata ancora più bella. Ma ha acquistato, come tutte le altre donne che vivono senza drammi l’età e l’avanzata del tempo, una dolcezza nuova che la rende (le rende tutte) più bella dei giorni folgoranti della giovinezza. Mi danno coraggio le rughe allegre delle mie amiche, il loro affrontare a testa alta la brevità della vita e il filo tessuto dalle Parche. Deliziose ragazze di una certa età che vivono i giorni con le loro rughe senza tempo. Almeno io la vedo così.
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