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I 365 rintocchi dell'ultimo dell'anno: riecco il 'Te Deum' a Santa Maria Maggiore

Si rinnova il tradizionale rito del 31 dicembre nella chiesa al centro della città

redazione
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Tradizionale appuntamento, nell’ultimo giorno dell’anno nella chiesa di Santa Maria Maggiore, con i 365 rintocchi della campana grande, la 'Prèdeche de Fabbrezije' ed il suggestivo canto del 'Te Deum', in ringraziamento al Signore per l’anno appena trascorso.

“La funzione – ricorda Lino Spadaccini, cultore di storia cittadina – in origine consisteva in un solenne 'Te Deum di ringraziamento', cantato da tutto il popolo, per il felice ritorno nei suoi feudi del marchese Don Cesare Michelangelo d’Avalos, avvenuto nel 1707, dopo 7 anni di esilio a Vienna. Solo successivamente alla cerimonia venne aggiunta la cosiddetta 'Prèdeche de Fabbrezije' (o Brabbizie), dal nome di un tal Giovanni Barbisio, un cittadino lombardo che per ragioni di lavoro si era trasferito a Vasto. Questo benefattore, con testamento dell’8 luglio 1792, lasciò alla Chiesa un canone annuo di 17 ducati per far fronte alle spese della predica che veniva affidata normalmente ad un oratore forestiero, incaricato di tenere il sermone di fine anno dal pulpito della chiesa”.

Così, ancora oggi, la solenne celebrazione che si svolge la sera del 31 dicembre (dalle ore 17,30), è divisa in quattro parti: la Santa Messa, l’esposizione del Santissimo Sacramento nell'ostensorio cinquecentesco, la lunga predica del parroco ed i canti delle litanie lauretane e del 'Te Deum', a gran voce dal coro e dai fedeli: 'Te Deum laudamus, te Dominum confitemur. Te aeternum Patrem,Omnis terra veneratur…' (Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore. O eterno Padre, tutta la terra ti adora)”.

Un'usanza, strada facendo 'smarrita', era quella di preparare sotto le finestre delle case lungo la strada di Santa Maria e fino a piazza del Tomolo un lungo e continuo filo di bombette di carta e potenti petardi. All'interno della chiesa, inoltre, sopra l’Altare Maggiore del sacro tempio viene disposta una struttura in legno con luci che disegnano il numero dell’anno che se ne va, mentre il mattino successivo viene collocata analoga struttura con l’anno appena iniziato.

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