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Alla scoperta del Faro di Punta Penna che compie 100 anni: caratteristiche e funzionamento

Biagio Santoro e Andrea Guida nel personale attuale che si occupa della struttura

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Il Faro di Punta Penna si trova sotto le dipendenze del Comando Zona Fari Alto Adriatico di Venezia. Attualmente il personale civile è formato dal reggente, Biagio Santoro, e dal suo collega, Andrea Guida.


La struttura che vediamo oggi, non è quella originaria inaugurata nel 1912, in quanto durante il secondo conflitto mondiale, la parte superiore del faro venne fatto saltare dall’esercito tedesco. Il faro venne prontamente ricostruito e tornò a funzionare all’inizio degli anni ’50.

 

L’intera struttura è formata dal caseggiato più il faro. Tutti i fari sono diversi uno dall’altro: esiste un elenco dettagliato con le loro caratteristiche diurne e notturne. Per chi naviga, quando si avvicina a Vasto e nota le caratteristiche segnate sull’elenco, capisce subito che si trova nei pressi di Punta Penna. Stesso discorso per la notte, tutti i lampeggi sono diversi: ad esempio quello di Vasto ha la sequenza 0,3+4,7 per un totale di 5 secondi. Il faro è alto 70 metri dalla strada e 84 metri dal livello medio mare. Per raggiungere la cima bisogna salire lungo 307 gradini a spirale. La lanterna è larga 3 metri (l’unico da 4 metri è quello di Genova, che è faro il più alto d’Italia) ed ha un’ottica rotante. Nella parte esterna del faro è presente una lanterna di emergenza che viene attivato in caso di guasto di quello principale.

 

La torre è realizzata in mattoni a doppia camera, questo perché, a causa del vento, il faro è soggetto a forti oscillazioni. Per la sua altezza e le sue caratteristiche, in caso di temporali, il faro attira tutti i fulmini che cadono nel circondario. Per questo motivo è presente una gabbia speciale per far scaricare i fulmini, ma capita spesso che qualcuno riesce a passare e si propaga anche all’interno, come avvenne nel 1981, quando un fulmine scaricò tutta la sua potenza lungo tutti i cavi elettrici, fino alle caldaie poste in basso, provocando lo scoppio dei rubinetti.

 

Dalla cima del faro la vista è davvero straordinaria, anche se lascia l’amaro in bocca vedere le tante industrie e silos sparsi in prossimità della costa, che hanno contaminato nel tempo questo piccolo angolo di paradiso.

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