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"Sì all’eolico offshore a Vasto, No al gasdotto SNAM"

Con Goletta Verde Legambiente in Abruzzo per parlare dei cantieri della giusta transizione ecologica

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Le rinnovabili in Abruzzo, come in Italia, possono dare la giusta accelerata alla transizione energetica, all’abbandono delle fonti fossili e dare anche un impulso allo sviluppo economico e all’innovazione. Tuttavia, nonostante il grande potenziale, la regione è ancora troppo legata alle sue centrali termoelettriche e ai pozzi di estrazione di idrocarburi.  

È fondamentale che l’Abruzzo inverta la rotta puntando e accelerando sulle rinnovabili che oggi, grazie ai 2.168 MW di potenza installata, distribuiti su oltre 29 mila impianti, hanno generato nel 2022 2.615,8 GWh pari al 44% del totale dell’energia elettrica prodotta sul territorio regionale. Interessanti a tal proposito i 149 Comuni che possiamo definire 100% rinnovabili elettrici. Numeri importanti, ai quali bisogna affiancare i 5 progetti di parco eolico che in questa regione sono, però, ancora in attesa di valutazione statale ai quali si si aggiungono le 48 pratiche di richieste di connessione a Terna per una possibile potenza di 4,3 GW, di cui almeno 2,35 GW di eolico offshore. 

È questo, in sintesi, il messaggio che Legambiente lancia oggi dall’Abruzzo in occasione dell’evento “I cantieri della transizione ecologica” organizzato a Vasto, per sottolineare l’importanza della diffusione delle rinnovabili, a partire dall’eolico offshore, e per ribadire il proprio no al gasdotto SNAM Dorsale Adriatica, un progetto insensato in termini di politiche di decarbonizzazione ma anche da un punto di vista economico.  

Sì all’eolico offshore perché per Legambiente la giusta transizione energetica passa anche dal mare attraverso progetti che puntano davvero sulle rinnovabili.  E l’Abruzzo ha un grande potenziale. L’evento “I cantieri della transizione ecologica” è stato organizzato dall’associazione ambientalista nell’ambito dell'undicesima tappa abruzzese di Goletta Verde che resterà sulla costa abruzzese fino al 30 luglio. 

ll tavolo di lavoro si è aperto con la firma dell’accordo tra INWIT e Legambiente per includere la riserva naturale di Punta Aderci nel progetto per il monitoraggio ambientale e della biodiversità, presentato la scorsa settimana a Pescara. Un'iniziativa che interessa i sei comuni montani dell’Appennino centrale – Pescasseroli (AQ), Picinisco (FR), Caramanico Terme (PE), Roccaraso (AQ), Cappadocia (AQ), Pettorano sul Gizio (AQ), i due parchi nazionali (Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise e Parco Nazionale della Maiella), le due riserve naturali (Riserva Naturale Zompo lo Schioppo e Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio). Tra i parametri ambientali monitorati l’anidride carbonica, il biossido di azoto e le polveri sottili.  

Hanno partecipato all’evento Licia Fioravante, Vice sindaco di Vasto;  Giuseppe Di Marco, Presidente Legambiente Abruzzo; Mattia Lolli, Portavoce Goletta Verde e Segreteria Nazionale Legambiente; Katuscia Eroe, Responsabile Nazionale Energia Legambiente; Fernando Di Fabrizio, Presidente Cooperativa Cogestre; Filomena Ricci, Delegata Wwf Abruzzo;  Sabrina Bocchino, Consigliere Regione Abruzzo; Mauro Miccio, Commissario Straordinario del Governo della ZES Abruzzo; Alfonso Di Fonzo, Presidente Polo Inoltra Logistica e Trasporti; Luigi Sammartino, Direttore Tecnico CIVETA;  Federico Fioriti, Direttore Casa delle Tecnologie emergenti dell’Aquila e Presidente Innovalley Cube; Sandro Scollato, Amministratore AzzeroCO2; Francesco Colangelo, Direzione Commerciale di INWIT e Daniele D’Amario, Assessore regionale al Turismo e Attività produttive.

“Puntare sulle fonti rinnovabili per garantire sviluppo, qualità della vita e posti di lavoro è particolarmente importante soprattutto in Regioni come l’Abruzzo, - ha dichiarato Katiuscia Eroe, Responsabile Energia di Legambiente - al centro non solo della politica fossile del Governo, che vuole trasformare l’Italia in hub del gas, rafforzando la strategicità del gasdotto SNAM Dorsale Adriatica anche nel nuovo Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, ma anche del sistema energetico italiano incentrato e fortemente dipendente dal gas fossile. Non è possibile che ancora oggi, di fronte a quanto sta accadendo nei nostri territori e nel Mondo, si punti su tecnologie vecchie, obsolete e climalteranti, ma anche avere dubbi ed essere negazionisti del cambiamento climatico”. 

La sfida dei cantieri della transizione ecologica sta nel costruire quel giusto percorso che tenga al centro la sostenibilità ambientale, sociale ed economica dei nostri territori come risposta all’emergenza climatica in atto. aggiunge Giuseppe Di Marco, Presidente regionale di Legambiente – La tappa di Goletta Verde su Vasto si propone di raccogliere questa sfida alla luce delle progettazioni presenti, dalla ZES verde all’eolico off-shore e alle Green Community. 

Il punto sulle fossili: Purtroppo, però, sono decine i siti di produzione di idrocarburi ospitati dalla Regione. In particolare, parliamo di 12 concessioni di coltivazione, di cui 6 su mare, che hanno permesso nel 2022 di estrarre 9.436.808 smc di gas fossile da terra ferma, 564.189.004 smc di gas fossile dai pozzi marini e 205.650.890 kg di olio greggio (dati riferititi all’intera Zona B). Dati che evidenziano bene il ruolo dell’Abruzzo nel contesto energetico nazionale; infatti, questa porzione di mare rappresenta il 16,5% della produzione di gas fossile.  

Gasdotto SNAM: Un ruolo, quello dell’Abruzzo, che sembra destinato a consolidarsi. Infatti, nei prossimi anni la regione potrebbe essere territorio di transito di una delle infrastrutture del gas più imponenti in Italia, la Dorsale Adriatica SNAM - ovvero un gasdotto di 689 km che partirebbe da Massafra in Puglia, per arrivare a Minerbio in Emilia-Romagna – e pensato per interconnettere nord e sud della penisola con il ruolo di trasportare il gas d’importazione estera. Un'infrastruttura che interessa l’Abruzzo nel tratto Sulmona-Foligno per una lunghezza di 167,7 km, e che prevede la realizzazione di una Centrale di Compressione a Sulmona, che avrà la funzione di “spingere” il gas nella rete e che, secondo SNAM, distribuirà circa 25 milioni di metri cubi standard al giorno, quasi 10 miliardi di metri cubi di gas l'anno, un sesto, circa, degli attuali consumi nazionali. 


Un’infrastruttura insensata non solo in termini di politiche di decarbonizzazione, ma anche da un punto di vista economico, se si pensa che la vita media di un gasdotto è di circa 40 anni, tempo necessario a coprire gli investimenti sostenuti. Inoltre, la scadenza degli obiettivi climatici che impongono l’uscita dalle fonti fossili, fissata al 2050.  

Eppure, parliamo di una Regione dai consumi finali lordi di energia elettrica estremamente contenuti e pari al 2% di quelli nazionali. Numeri che raccontano bene come le rinnovabili possano giocare un ruolo importante in questo contesto. Invece, nel 2022 sono stati consumati circa 1,7 miliardi di metri cubi standard di gas dei quali 0,55 miliardi utilizzati per la produzione di energia elettrica, 0,42 nel settore industriale e la restante parte è immessa nelle reti di distribuzione. In definitiva, nel 2022 dalle fonti fossili è arrivato il 44% della produzione totale di energia elettrica, pari a 5,5 TWh. 

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