Vasto set di una produzione cinematografica internazionale. O di un film italiano campione d’incassi. Magari della prossima pellicola di Checco Zalone, che potrebbe scegliere la nostra città come location principale. Modificando lo slogan di una nota campagna pubblicitaria, “non si tratta di sogni, ma di solide possibilità”, molto più vicine alla realtà di quanto possano inizialmente sembrare. Possibilità che potranno rivelarsi presto decisive per il nostro territorio, e che sono state ottenute anche grazie a un appello lanciato dal palco del Teatro Rossetti.
Agatha Christie diceva che “un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, tre indizi fanno una prova”. Come ogni regola che si rispetti, anche quella stilata dalla grande scrittrice britannica ha la sua eccezione: in questo caso, infatti, sembra che siano bastati due indizi a fare la “prova” della tanto attesa istituzione dell’Abruzzo Film Commission, l’autorità che permetterà di rilanciare in maniera decisiva l’immagine, la valorizzazione, la tutela e l’economia del territorio. Ma quali sono i due indizi?
Il 28 settembre scorso, durante l’anteprima nazionale di “Mamma che silenzio” al Teatro Rossetti, alla presenza – tra le tante eccellenti – del consigliere regionale Lucrezio Paolini, veniva espresso un desiderio: quello di istituire una Film Commission per la nostra regione. Pochi giorni fa, il 31 ottobre, il Consiglio regionale approvava all’unanimità il progetto di legge per l'istituzione dell’Abruzzo Film Commission. Tempistiche evidentemente molto vicine e sospette (questo è il primo indizio), che fanno pensare che l’evento vastese finalizzato a promuovere l’ultimo cortometraggio di “Uno spot per l’Abruzzo” abbia giocato un ruolo decisivo. O perlomeno, che sia stato una delle “levatrici” di questo difficile e sofferto parto: la legge, infatti, giaceva nei cassetti della Regione addirittura dal 2015, e soltanto nelle ultime settimane è riuscita a mettere d’accordo maggioranza e minoranza, probabilmente anche grazie al notevole impatto mediatico avuto dalla stessa iniziativa solidale di “Uno spot per l’Abruzzo” (e questo è il secondo indizio).
Una conferma indiretta arriva dal sindaco Francesco Menna, che ha espresso così la sua soddisfazione: “Un risultato importante per la regione, che attraverso la Film Commission potrà promuovere la sua grande bellezza. Importante che la richiesta sia partita da Vasto, durante l’anteprima nazionale di ‘Mamma che silenzio’ girato dal regista Pierluigi Di Lallo nell’ambito di ‘Uno spot per l’Abruzzo’, il progetto solidale ideato dal regista Walter Nanni dopo la tragedia di Rigopiano. Un risultato a dimostrazione del grande lavoro di promozione turistica che stiamo facendo e che trova larghe adesioni”.
La stessa ideatrice dell’evento del Teatro Rossetti, Sara Vinciguerra, in una nostra intervista di qualche settimana fa aveva sottolineato come in Abruzzo non ci fosse ancora adesione alla “film commission, un’istituzione che offre servizi importanti in termini di velocizzazione della burocrazia e mette in contatto gli operatori locali con le produzioni interessate alla regione di riferimento. Inutile sottolineare quanto sia attrattiva dal punto di vista economico e occupazionale questa opportunità”.
Un’opportunità resa possibile unicamente dalle Film Commission, autorità amministrative indipendenti finanziate dagli Enti locali e preposte all'attrazione di produzioni cinematografiche e audiovisive in un determinato territorio come lungometraggi, corti, serie tv, web series, format televisivi, documentari e spot pubblicitari. Lo scopo pratico della Film Commission è quello di raccordare, a costo zero, il territorio con le produzioni televisive e cinematografiche, mettendo a disposizione risorse immediate e vitali.
Una manna dal cielo sia per il territorio sia per le stesse produzioni che, soprattutto se di stampo internazionale, non impiegano soltanto un impressionante numero di tecnici, fonici, sceneggiatori, coreografi e tecnici di ripresa, ma anche di professionisti del territorio che lavorano nel catering, nella logistica, nella ristorazione, nel settore alberghiero, nell’artigianato, nelle imprese edili o nell’affitto e nel trasporto dei materiali. Produzioni che si avvalgono inoltre dell’apporto imprescindibile di tutti coloro che si occupano delle autorizzazioni per l'utilizzo del suolo pubblico, dei permessi, dei sopralluoghi, di numeri di telefono, appuntamenti e contatti vari, e infine del coordinamento con le forze dell’ordine e con le autorità locali.
Come scriveva un anno fa Maurizio Di Fazio su Repubblica, “l’ottimizzazione di questi fattori ha progressivamente favorito, magari a parità di suggestioni culturali e paesaggistiche, lo spostamento in massa del sistema verso le aree più incentivanti e movie-friendly”. Inutile spiegare perché Vasto, insieme all’Abruzzo intero, grazie all’istituzione della Film Commission ha tutte le possibilità di aumentare in maniera esponenziale il suo potenziale attrattivo e, conseguentemente, la sua forza economica.
Un’occasione che non dovrà essere sprecata, e che dovrà necessariamente guardare ai modelli eccellenti della Puglia e del Piemonte, i quali sono riusciti a garantire un notevole ritorno in termini di promozione turistica e di creazione di posti di lavoro nei loro rispettivi territori. Soprattutto l’Apulia Film Commission, nata nel 2007, rappresenta il massimo esempio in questo senso, dato che non si contano più le produzioni nazionali e internazionali che negli ultimi anni hanno scelto la Puglia. Per chiudere il cerchio, sempre Di Fazio riportava un dato che fa riflettere e anche un po’ sorridere, e che riguarda proprio l’ultimo film di Checco Zalone “Quo Vado”:
“Un mesetto fa la Film Commission norvegese ha pubblicato questa notizia, con squilli di tromba: ‘Il numero di turisti italiani in Norvegia è aumentato del 39% quest’estate, dopo il lancio del film Quo Vado. Che fenomeno il cineturismo!’ Il campione di incassi Checco Zalone insomma, oltre che trascinare dieci milioni di italiani al cinema, balsamo per il nostro box-office, ha pure convinto una piccola percentuale di loro ad andarsene in ferie in Norvegia, dove il suo film è in parte ambientato”.
Un'esplosione che potrebbe verificarsi anche nel nostro territorio, il quale – non si offendano i norvegesi – non possiede una forza attrattiva meno importante di quella scandinava. La “Zia Concettina” interpretata da Cinzia Leone in “Mamma che silenzio” dovrà evidentemente mettersi l’anima in pace: con l’Abruzzo Film Commission le produzioni nazionali e internazionali da qualche giorno potranno finalmente fare a gara per “venire tutte insieme” nella nostra regione.