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Il finto 'Made in Italy' nel mirino di Coldiretti: difendere le produzioni di qualità è la priorità

Lotta alle agromafie, la campagna della sezione provinciale di Chieti dell'associazione di categoria

redazione
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Ammonta ad oltre 60 miliardi di euro il fatturato della contraffazione, la falsificazione e l’imitazione dei prodotti alimentari 'made in Italy' nel mondo e i prodotti abruzzesi non sono certamente al sicuro. Perciò bisogna approvare misure per rafforzare i controlli, tutelare e contrastare i reati agroalimentari e il furto di identità”. Ma soprattutto, come ha evidenziato Giovanni Legnini, vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, “è necessario promuovere “il maggiore coordinamento tra gli organismi deputati al controllo per una lotta coordinata ed efficace alle illegalità nel sistema agroalimentare”.

E’ quanto emerso dal convegno sul tema “Made in Italy: cibo sano e giusto”, promosso dalla Coldiretti provinciale di Chieti e dall'Osservatorio sulla Criminalità in Agricoltura con il patrocinio della Camera di Commercio svoltosi nella Sala Cascella dell’ente camerale a Chieti.

Oltre a Legnini c'erano, tra gli altri, l’assessore regionale all’Agricoltura Dino Pepe e il presidente regionale di Coldiretti Abruzzo Domenico Pasetti, assieme al direttore regionale Alberto Bertinelli e ai vertici della federazione provinciale Sandro Polidoro (presidente) e Gabriel Battistelli (direttore). Tra le relazioni anche quella del magistrato Andrea Baldanza.

Punto nodale un dato di fatto: oggi l’agroalimentare rappresenta un terreno privilegiato di investimento della malavita e con i reati legati al falso 'Made in Italy' i rischi sono maggiori per la salute per i cittadini.

“Le organizzazioni malavitose – ha sottolineato il presidente Polidoro - si stanno spostando sempre di più dai settori tradizionali di investimento illecito quali l’edilizia e i grandi appalti al mercato dell’agroalimentare”. E poi la contraffazione alimentare che, insieme al furto di identità, è il furto commerciale per eccellenza e può diventare frode sanitaria se il cibo è prodotto con materie prime scadenti. Una realtà che non risparmia l’Abruzzo, territorio in cui vengono chiamate in causa produzioni tipiche quali scamorze, arrosticini, ventricina, olio e vino, solo per citarne alcune.

Ulteriori sottolineature: “Siamo aggrediti da migliaia di tonnellate di prodotti e generi alimentari che, attraverso sofisticati meccanismi di alterazioni e contraffazione, sono commercializzati, senza esserlo, come prodotti tipici italiani per 60 miliardi di euro”. Da qui l’importanza del marchio e la tutela del 'Made in Italy', come ha evidenziato Cinzia Coduti di Coldiretti.

Per l'assessore regionale Dino Pepe “l’economia agroalimentare abruzzese rappresenta volano di sviluppo territoriale e socio-economico e il contrasto all’illegalità deve essere impegno non solo politico ma morale nei confronti delle imprese abruzzesi”.

Legnini, infine, ha sottolineato che la tutela delle produzioni italiane di qualità deve essere un obiettivo strategico. “Nel mondo – ha quindi rimarcato - c’è una fortissima identificazione tra Italia e qualità alimentare ed è necessario che il paese sappia cogliere sempre più questa straordinaria opportunità. La magistratura – ha concluso il vice presidente del Csm – è impegnata nell'azione di contrasto alla contraffazione. E occorre stimolare una specializzazione dei magistrati impegnati in tale attività e un maggior coordinamento tra le forze di polizia, l'agenzia delle dogane e la magistratura per una sempre più efficace lotta alle agromafie”.

In Abruzzo, è stato in ultimo posto in risalto, esistono 143 prodotti tradizionali, a cui si aggiungono i vini Doc e Docg e i prodotti Dop e Igp che vanno considerati primati internazionali conquistati nella qualità alimentare e che possono essere oggetto di contraffazione.

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