Annata ottima questa per la vendemmia, con stime di incremento di ettolitri di vino prodotti già superiore al 5% rispetto al 2014 e con una qualità eccellente.
Per gli esperti del settore vitivinicolo a giocare a favore della produzione abruzzese sono state la primavera particolarmente piovosa ed un’estate asciutta e con alte temperature che, assieme alla scarsità di pioggia nei mesi di luglio, agosto e settembre, hanno contribuito in modo significativo “ad accelerare la maturazione delle uve, a ridurre i trattamenti fitosanitari e ad ottenere uve sane e prive da attacco fungino, come non si vedeva ormai da diversi anni”.
A giudizio di Mario Di Pardo, presidente della Federazione regionale degli Agronomi e Forestali, un aspetto essenziale lo ha rivestito la lotta agli insetti e in particolare al primo parassita della vite noto come la 'tignoletta'.
“Questo – rimarca - grazie al supporto professionale dei tecnici del settore e alla bravura e attenzione dei viticoltori abruzzesi. Le buone pratiche agronomiche, sia dopo la raccolta che in primavera, al fine di permettere un completo recupero della vite dallo stress climatico dell’anno in corso, sono essenziali”.
E anche dal punto di vista della qualità e delle caratteristiche enologiche della vendemmia 2015 si registra un’ottima tendenza, quantitativa e qualitativa: “La sanità eccellente delle uve, soprattutto del Montepulciano d'Abruzzo, ci regalerà un millesimo fantastico con un'ottima gradazione alcolica, colore porpora intenso e profumi inebrianti di frutta rossa e fiori di viola tipico del vitigno.
L'Abruzzo – prosegue Dragani - produrrà circa 2,4-2,5 milioni di ettolitri, un dato superiore del 5% circa rispetto al 2014 soprattutto per quelle zone che hanno potuto usufruire dell'irrigazione di soccorso. Per quanto riguarda il mercato del vino si è registrato, fin dalla fine della vendemmia scorsa un ottimo interessamento sia sulla tipologia dei vini a IGT autoctoni che a D.O. (Doc, Dop e Docp). Discorso diverso sui vini generici che invece risentono della forte concorrenza, a ribasso, dei vini spagnoli per cui le richieste sono al minimo e soltanto sui prodotti di media-alta qualità”.