Partecipa a Histonium.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Stato delle acque abruzzesi, i corpi idrici sotterranei sono a forte rischio

Interessata nel Vastese l’area del Sinello

a cura della redazione
Condividi su:

L'Arta, l’Agenzia regionale per la Tutela Ambientale, ha recentemente reso noti i dati relativi alla qualità dei corpi idrici sotterranei abruzzesi. Ed il quadro generale che ne esce fuori è per nulla confortante: in stato 'buono' ci sono soltanto quelli in aree montane non antropizzate, mentre il 50% delle acque sotterranee risulta in una condizione di forte degrado, con la quasi totalità dei corpi idrici delle aree di fondovalle – nel Vastese quello del Sinello - classificati nello stato 'scadente'.

La ‘fotografia’ arriva dalle attività di monitoraggio predisposte dalla Regione Abruzzo nell'ambito dell'aggiornamento del Piano di Tutela delle Acque. Il documento riporta gli ultimi dati disponibili (al 2012) sulla qualità dei corpi idrici sotterranei in Abruzzo. Come per i fiumi la Direttiva 60/2000/CE prevede che entro il 2015 tutte le acque sotterranee devono raggiungere lo stato 'buono'. Ma dei 28 corpi idrici monitorati dall'Arta ben 14 sono nello stato 'scadente'. Le uniche aree di fondovalle della regione classificate nello stato 'buono' sono la piana del medio e basso Sangro e quella attorno a Castel di Sangro. Per il resto appare drammatica la situazione di contaminazione delle acque sotterranee della piana del Tronto (72% dei punti controllati oltre i limiti!), del Vomano (58%), del Saline (63%), del Vibrata (71%), del Pescara (58%), Sinello (60%), Foro (58%), Fucino (58%) e Tirino (40%). Le cause vanno ricercate negli input chimici dell'agricoltura intensiva (sia per i pesticidi sia per i nitrati) e nei residui delle lavorazioni industriali (prevalentemente solventi come cloroformio, tetracloroetilene e tricloroetilene).

FORUM DELL’ACQUA – “L'Abruzzo è una regione ricca di acqua ma la stiamo contaminando in modo dissennato – sottolinea Augusto De Sanctis, del Forum abruzzese dei Movimenti per l’Acqua -. Qui non è solo una questione limitata al caso-limite di Bussi, perché ci troviamo davanti ad un inquinamento diffuso che rende la qualità dell'acqua distante dagli obiettivi di qualità di legge in quasi tutte le aree antropizzate. Non appena la falda che si muove sotto i nostri piedi incontra un'area antropizzata oppure vi piove sopra infiltrandosi, la sua qualità scade in maniera ineluttabile. Appare una vera e propria condanna all'inquinamento per il bene più prezioso che abbiamo, che ha anche un valore strategico nel Mediterraneo, soprattutto in un'epoca di cambiamento climatico. Tutti – aggiunge - si riempiono la bocca con la parola sostenibilità, ma i dati oggettivi ci dimostrano che la natura non regge più questo modello economico. La nostra agricoltura ha troppi input chimici, le aree industriali e artigianali sono state disseminate quasi in ogni paesino rendendo impossibile un controllo, un'adeguata dotazione dei servizi essenziali e una gestione efficace delle attività di prevenzione e gestione dell'inquinamento”.

L’AUSPICIO - “E’ indispensabile un radicale cambio di rotta, concentrando le risorse del nuovo Piano di Sviluppo Rurale e attuando una politica industriale severa nei confronti delle aziende che hanno l'obbligo di produrre senza contaminare la risorsa alla base delle vita. Chiediamo controlli serrati, partendo dalle aree dove si concentrano le sorgenti principali. Il Piano di tutela delle Acque – conclude De Sanctis - deve immediatamente perimetrare le aree di salvaguardia e le fasce di rispetto per gli acquiferi, dettando norme stringenti per tutte le attività produttive. In caso contrario, che territorio lasciamo ai giovani?”.

Condividi su:

Seguici su Facebook