Riceviamo e pubblichiamo dai sindaci di Cupello e Monteodorisio, Angelo Pollutri ed Ernesto Sciascia.
"Apprendiamo dagli organi di stampa locale l’OdG del prossimo Consiglio comunale di Vasto, che prevede, all’ultimo punto (alla faccia della strategicità dell’argomento) l’approvazione del Piano Strategico Intercomunale San Salvo–Vasto.
Siamo meravigliati ed esterrefatti dall’arroganza e dalla scarsa familiarità con il dialogo tra Amministrazioni di un territorio che vive fermenti negativi di sviluppo. Chiudono le fabbriche, non investe nessuno, di sanità si parla solo delle mura del nuovo ospedale, non curanti delle centinaia di famiglie che ogni giorno vivono l’agonia dei propri figli privati anche delle terapie riabilitative basilari e dei relativi posti di lavoro scomparsi nel settore. Chiudono le guardie mediche e il comitato ristretto della Asl resta in silenzio.
Di infrastrutture per ammodernare il territorio neanche l’ombra. Programmazione dal basso zero porta zero.
In questo quadro così offuscato, le Amministrazioni di San Salvo e Vasto, con i loro sindaci, spalleggiandosi, tacitamente, ma trasversalmente, sono risultati due muri di gomma, di fronte alla richiesta di due sindaci che rappresentano la porta di un comprensorio più ampio, più povero ed in completa dismissione.
I due sindaci, di San Salvo e Vasto, hanno 'in comune' una caratteristica quella di governare due città con popolazioni eterogenee e con una maggioranza demografica proveniente dalle aree interne del Vastese. Siamo stupiti dal silenzio e da una fretta dettata da falsi tecnicismi, ovvero quelli relativi alla liquidazione economica delle parcelle dei tecnici che hanno assemblato fotocopie su fotocopie di argomenti fritti e rifritti ormai da decenni. Basta leggere il piano di sviluppo del patto territoriale Trigno-Sinello o le relazioni ai Progetti Integrati Territoriali.
Ci auguriamo che i tecnici incaricati alla redazione del piano in oggetto, spronati dai sindaci di San Salvo e Vasto destinino i loro compensi per intervenire ad una prima sistemazione della frana che interessa la strada provinciale Castiglione–Montazzoli. In questi giorni ci siamo visti attaccati pubblicamente da pseudo rappresentanti delle istituzioni, i quali hanno dichiarato che l’aspettativa dei sindaci di Cupello e Monteodorisio, a partecipare all’elaborazione del piano strategico, nascondesse in verità velleità e aspettative personali in altri ambiti ed il motivo del contendere tra i sindaci e le provocazioni riferite alle polemiche sul piano strategico, nascondessero altre velleità . Nei prossimi giorni chiariremo pubblicamente i nostri punti di vista sull’attività del Civeta e le relative competenze sull’argomento identiche alle competenze in materia di sviluppo del territorio, come la presidenza dell’associazione dei comuni del patto territoriale Trigno-Sinello oppure identica alla presidenza del comitato ristretto dei sindaci della Asl Lanciano-Vasto-Chieti.
In sostanza i sindaci dei comuni di Cupello e Monteodorisio sono intervenuti su un argomento sul quale c’è una competenza diretta dei sottoscritti, identica alle precedenti responsabilità citate. Le falsità sul Civeta sono state le uniche risposte, tramite terzi, avute in merito alla richiesta di partecipazione all’elaborazione di un piano strategico intercomunale come era nella sua origine, partendo dai quattro Comuni, ovvero San Salvo, Cupello, Monteodorisio e Vasto, come dimostrato nell’allegato al comunicato. A questo punto ci viene da pensare che sul territorio si voglia ristabilire un dominio politico vecchio e desueto, quello tipico degli anni 70 e 80, dove i sindaci dei piccoli comuni del vastese erano buoni a portare voti e preferenze agli allora sindaci di Gissi e San Salvo, l’on. Gaspari e Artese.
Nel 2013 si vorrebbe ripristinare il principio, del feudalismo demografico sul territorio. Noi sindaci di Cupello e Monteodorisio, giunti a termine della nostra attività amministrativa, abbiamo sempre lavorato portando acqua per raggiungere risultati per la crescita del territorio, in qualità di amministratori. In qualità di politici e dirigenti di partito, (è ovvio ci riferiamo alla nostra parte politica, ma pensiamo che il ragionamento sia valido anche per l’altra parte politica) abbiamo lavorato al successo e all’affermazione di politici con visione ampia e trainante per l’intero territorio. Siamo rammaricati nel vedere sfumare un’opportunità di partecipazione all’elaborazione di uno strumento che, se avesse avuto peso, ampliando il fronte istituzionale, avrebbe determinato suggerimenti e ipotesi di salvaguardia del territorio. La nostra personale delusione si amplia nell’essere stati utili esclusivamente a rastrellare un finanziamento e a determinare l’esclusività dei tecnici incaricati. E’ ovvio che siamo anche porta voci della delusione delle rispettive popolazioni che rappresentiamo che sono state riproiettate agli anni dell’imperialismo politico. Per queste ragioni perseguiremo la strada della richiesta di revoca del finanziamento chiedendo al Presidente della Regione Abruzzo l’utilizzo di quelle risorse per finanziare la riparazione e sistemazione delle strade del vastese.