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Bocciato l'ampliamento della cava Laterlite, nuova emergenza occupazionale all'orizzonte

A rischio circa 70 lavoratori. Lo stabilimento a Lentella presente dal 1976

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Quella di ieri è stata una giornata diversa dalle altre per Lentella. In paese la notizia della bocciatura del Via e delle dichiarazioni a caldo di Corrado Beldì, azionista della Laterlite (clicca qui per l'articolo), hanno suscitato incredulità e posto pesanti interrogativi sul futuro occupazionale della piccola zona artigianale del comune.

In un periodo nero per il lavoro, la 'notizia nella notizia' sarebbe la chiusura di una fabbrica che non è in crisi. A differenza di altre vicende (Golden Lady su tutte), proprietà, lavoratori, sindacati e amministratori locali si trovano dalla stessa parte.

Per i lentellesi è una situazione nuova, mai si sono trovati a fronteggiare una chiusura dello stabilimento presente nel territorio dal 1976. Oggi la Laterlite occupa 46 dipendenti con contratto a tempo indeterminato e 20 lavoratori di ditte esterne.

La maggior parte degli occupati è di Lentella.

Ieri mattina, dopo l'esito negativo della riunione del comitato Via, alcuni amministratori di Lentella hanno raggiunto la fabbrica per cercare insieme alla società possibili alternative. Qualche ora più tardi, in serata, il sindaco Carlo Moro, la giunta e parte del consiglio comunale hanno avuto un vertice con i sindacati e i rappresentanti dell'azienda, tra i quali lo stesso Corrado Beldì. Fuori, davanti al municipio, erano presenti gli operai in attesa di buone notizie poi non arrivate. Anche chi non lavora è preoccupato e cerca di avere qualche informazione in più dopo le prime indiscrezioni. Oggi si terranno le assemblee nello stabilimento per illustrare ai dipendenti la situazione.

In fabbrica non si pensava a una bocciatura definitiva del progetto. Il sentore comune era di un ulteriore rinvio con la conseguente attivazione della cassa integrazione. Ora, probabilmente, la cassa integrazione sarà l'anticamera della chiusura dell'azienda. Gli scavi dell'area autorizzata sono finiti da tempo e le scorte di argilla saranno sufficienti ancora per un altro mese. Il processo di lavorazione prevede, dopo la raccolta del terriccio, prevede la 'maturazione' della materia prima sotto gli agenti atmosferici per 5-6 mesi. Ciò significa che anche con una nuova autorizzazione un periodo di fermo sarebbe inevitabile.

IL COMUNICATO DELL'AZIENDA - Intanto l'azienda ha diramato un comunicato con il quale esprime il disaccordo con la decisione del Via che «rischia di mettere la parola fine ad una lunga esperienza imprenditoriale e sociale nella Regione Abruzzo». Beldì parla di una «decisione subita senza prima aver avuto la possibilità di capire ed eventualmente correggere la domanda in corso».

«Alla luce di questi eventi - conclude l'azionista del gruppo - in un periodo storico in cui tutte le forze socio politiche sono tese a tutelare e garantire il lavoro come strumento fondamentale per la crescita del singolo e della comunità, l'azienda è aperta al dialogo e auspica che gli Enti preposti al controllo e alla concessione delle autorizzazioni considerino con il giusto peso le conseguenze e le ricadute delle decisioni intraprese sulle persone e le famiglie del territorio e indichino all'azienda la via per arrivare al più presto ad una soluzione che tuteli l'ambiente e l'occupazione».
 

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