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L'invito di don Ciotti: 'Noi cristiani dobbiamo assumerci la responsabilità del cambiamento'

Il sacerdote fondatore di 'Libera' raccomanda testimonianza e 'fare'

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E' l'incarnazione del buon samaritano, quello della parabola; un prete come tanti che ha la sua parrocchia sulla strada, in mezzo ai poveri e agli ultimi, accanto ai drogati e alle prostitute, tra i migranti e i disperati, tutti figli di Dio, nostri fratelli.

Un sacerdote che non predica soltanto dall'altare, ma testimonia il Vangelo con la propria vita. Un uomo di Dio che si batte e lotta contro le ingiustizie e la corruzione, contro la sopraffazione, contro la negazione della libertà e della dignità dell'uomo, contro la violenza e le mafie, anche quelle culturali. Tutto questo e ancora di più è don Luigi Ciotti, il noto sacerdote fondatore del Gruppo Abele e dell'associazione Libera, che sabato pomeriggio ha tenuto un incontro-testimonianza a Torrebruna, presso la chiesa parrocchiale. Un momento di formazione voluto dalla Caritas diocesana e proprio al direttore, don Alberto Conti, è toccato introdurre l'illustre confratello.

"Oggi più che mai appare preziosa l'opera di don Ciotti, un sacerdote che si mostra buon samaritano per il popolo della strada. - ha detto in apertura don Alberto Conti - E purtroppo ancora oggi poco si è fatto per tentare di rimuovere le cause che conducono alla povertà, all'emarginazione sociale, alle ingiustizie, al sopruso e alla violenza. Non sono ancora assicurati quei diritti dell'uomo richiamati anche nella Pacem in terris. E in questa nostra terra a cavallo tra Abruzzo e Molise ne abbiamo la dimostrazione pratica. Ci vengono negati i diritti fondamentali alla salute, alla cultura e al lavoro. Ci chiudono gli ospedali, ci chiudono le scuole e il lavoro è sempre più raro. Questa è la situazione in cui vive il nostro territorio".

Parole dure, quelle di don Alberto Conti, richiamate anche in uno striscione della Caritas affisso in paese, che recitava testualmente: Per progettare il nostro futuro chiediamo lavoro, sanità, scuole.

"L'io perde sempre, il noi vince. - ha aggiunto in chiusura don Conti, richiamando alla necessità, anche per superare la crisi attuale, di una maggiore solidarietà - E se il noi non vince, sicuramente ci carica di speranza".

Don Luigi Ciotti ha affrontato il tema dell'attualità dell'insegnamento del Concilio Vaticano II e del suo vescovo a Torino, il cardinale Michele Pellegrino.

"Il Concilio ci consegna il sogno di una Chiesa povera per i poveri, capace di stare con i poveri, sulla strada, pronta a sporcarsi le mani, meno dogmatica e più pastorale. - ha spiegato il sacerdote - Una Chiesa di tutti, al servizio degli altri, dei poveri, una Chiesa accogliente, che non giudica, ma accoglie. E una Chiesa finalmente libera. Libera dal potere, dai legami con la politica, libera dalla richezza del denaro".

E don Ciotti si è scagliato contro la corruzione e la violenza della criminalità, contro le mafie che controllano i settori più delicati e redditizi, come il colossale business dell'eolico o del gioco d'azzardo o le connivenze con la politica. "Noi cristiani non dobbiamo soltanto dire no, ma anche assumerci la responsabilità del cambiamento. - ha aggiunto - Perché il problema non è solo che ci sia chi fa il male, ma anche che c'è chi resta a guardare lasciando fare il male, senza opporsi, senza interferire. I nostri valori cristiani non dobbiamo soltanto insegnarli, ma testimoniarli".

Ecco, dunque, il richiamo al fare per tutti i cristiani, per il popolo di Dio, l'invito a sporcarsi le mani, ad essere solidali con chi ha bisogno, senza chiedere nulla in cambio.

Al termine dell'incontro, in una chiesa gremita di fedeli, in particolare giovani di varie associazioni, il vescovo di Trivento, monsignor Domenico Scotti, ha invitato a mettere in pratica l'insegnamento di don Ciotti, diventando davvero testimoni del Vangelo, pronti a riconosce negli ultimi, nei poveri, nel popolo della strada, il vero volto di Cristo.

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