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Produzione e imbottigliamento di latte d'asina, il Vastese si mette in moto

Impianto polifunzionale a Tufillo su progetto del prof. Nicandro Gambuto

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Nasce a Tufillo l’esclusivo centro di raccolta, lavorazione ed imbottigliamento del latte di asina. L’umile animale a grave rischio di estinzione torna prepotentemente alla riscossa in Abruzzo, nel Vastese. Nella splendida vallata di contrada Pozzitello, tra i Comuni di Tufillo e Palmoli, nasce l’esclusivo centro d’Abruzzo per l’allevamento di asine di razza ragusana. Nella fattoria avviene la raccolta, la lavorazione e l’imbottigliamento del prezioso latte di asina. «Si tratta del primo impianto polifunzionale attrezzato del Centro-Sud Italia. - spiega il professor Nicandro Gambuto, che ha curato il progetto - E questo, grazie alla tenacia e al grande spirito imprenditoriale di Milva Cieri, proprietaria dell’azienda agricola estesa su 42 ettari, di suo marito Alessandro, di suo figlio Sveno Oscar e di un gruppo di piccoli imprenditori locali: Lorella, Patrizia, Giuseppe, Nicola, Carlo, Antonio, Alessandro e Giovanni che, insieme a Milva, hanno acquistato direttamente a Giarratana (Ragusa) un nucleo di ben cinquanta asine di razza pura ragusana iscritte all’Associazione Italiana Allevatori della Regione Sicilia, particolarmente indicate per la produzione di latte. Questi asini di pregio vanno ad aggiungersi ad altri ventidue capi della stessa razza già presenti in azienda e acquistati in Calabria. In azienda, oltre a stalle e paddock semi aperti, è in fase di realizzazione il Centro destinato alla lavorazione e imbottigliamento del latte». Il tutto, occorre sottolinearlo, è stato reso possibile grazie all’elaborazione progettuale di Nicandro Gambuto, esperto del settore, che oltre ad aver promosso convegni nazionali tematici sul territorio Vastese in collaborazione con l’Istituto “G. Spataro” di Gissi e l’associazione culturale 'Abruzzo Futuro' di Liscia, ha permesso all’azienda di stipulare un accordo commerciale esclusivo con il Consorzio Nazionale Allevasini di Roma, che garantirà il ritiro del latte. «In Italia – spiega Gambuto - nascono ogni anno circa 18mila bambini con allergie gastrointestinali dovute alle intolleranze al latte di mucca e, per quelli che non possono essere allattati al seno, il latte d’asina che ha caratteristiche simili a quello materno, rappresenta una valida alternativa. Il latte d’asina è un vero e proprio farma-food studiato dalle Università di Camerino, di Palermo, del Molise, dal CNR, e dall’Istituto zooprofilattico della Sicilia, utile tanto per gli anziani affetti da osteoporosi, che per le donne in menopausa. Con il latte di asina si possono produrre, inoltre, probiotici, cioccolato, gelati, yogurt e dolci. E’ importante tra l’altro sottolineare - continua Gambuto - che questa nuova realtà produttiva nasce senza alcun contributo pubblico, ma solo con i risparmi di questi piccoli imprenditori che hanno creduto nel mio progetto e che hanno ridato vita ad una vallata mettendo a coltura oltre 150 ettari di terreni abbandonati.E sono nati anche dei posti di lavoro in un momento di grande dramma occupazionale. E’ indispensabile valorizzare l’agricoltura come risorsa economica, sociale e ambientale per garantire alle imprese agricole opportunità di sviluppo e reddito in un quadro di piena integrazione del comparto con gli interessi economici e sociali del Paese. Tra l’altro il centro di Tufillo sarà anche un centro di didattica ambientale a servizio delle scolaresche che possono conoscere da vicino il mondo dell’asino con percorsi innovativi di onoterapia (pet- terapy con l’asino), onoturismo (passeggiate nella valle a dorso d’asino e degustazione di latte d’asina e di prodotti derivati direttamente in azienda), onodidattica (conoscenza dei processi produttivi aziendali, etologia e zoologia della specie)». Bisognerà attendere la primavera per l’inaugurazione della struttura e l’inizio della produzione di latte con la nascita dei primi asinelli. «Sarà la festa del territorio - dichiara Milva Cieri - che inizierà un nuovo percorso produttivo dopo l’abbandono dei campi». «Il Consorzio sarà vicino al nuovo processo produttivo - dichiara il presidente Milonis - per tutti gli allevatori che intraprenderanno questa attività».
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