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PROGETTO DI LEGGE REGIONALE PER L'AGRICOLTURA NELLE ZONE MONTANE

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Il capogruppo della DC alla Regione Abruzzo, Bruno Di Paolo, ha presentato nei giorni scorsi un progetto di legge ''volto a favorire la ricomposizione fondiaria e lo sviluppo socio-economico delle zone montane''. Secondo Di Paolo è proprio la ''frammentarietà dei fondi'' a causare l'abbandono progressivo delle colture, per gli eccessivi costi di lavorazione di terreni di modesta estensione che rendono l'attività agricola ''sicuramente antieconomica''. Oltre a rappresentare un impoverimento per l'economia di tutta la regione, l'abbandono dei campi e dell'agricoltura è causa dell'insorgenza di altre problematiche come ad esempio i dissesti idrogeologici ''per il contestuale abbandono di quelle infrastrutture naturali che garantivano il deflusso delle acque e la conseguente stabilità dei pendii''. ''Tale proposta - si legge in una nota agli organi di stampa - è una modifica dell'attuale normativa che prevede contributi a copertura totale o parziale delle spese per gli atti di compravendita e permuta dei terreni, ma solo per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli a titolo principale residenti nell'ambito delle singole comunità montane''. Proprio queste particolarità della normativa erano fonte, secondo Bruno Di Paolo, della sua scarsa efficacia, poiché i coltivatori diretti, soprattutto nelle zone montane, sono pochi e per la maggior parte anziani, e gli imprenditori agricoli sono numericamente insignificanti. Inoltre, continua la nota, l'acquisizione di terreni da parte di chi non è un coltivatore diretto, anche di appezzamenti di limitata estensione e modesta redditività, è troppo onerosa per l'elevata incidenza, rispetto ai costi degli stessi terreni, delle spese notarili di registrazione, trascrizione e voltura. Ecco il senso della proposta di legge: estendere le agevolazioni economiche anche ai non coltivatori diretti e a chi non è imprenditore agricolo in via esclusiva e simultaneamente abbassare i costi per le spese notarili che fino a questo momento hanno rappresentato oggettivamente un ostacolo alla ricomposizione fondiaria. Grazie a questa legge, ne è convinto Di Paolo, ''si potrà ridare impulso alla ripresa agricola delle zone montane, anche da parte di soggetti che normalmente svolgono altre attività'', riuscendo così a coniugare ''il miglioramento della qualità territoriale, ambientale e paesaggistica dello spazio rurale'' con l'incentivo all'occupazione nel settore agricolo.
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