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Iannone sfiora il podio al Mugello, è quarto. La Ducati fa doppietta con Lorenzo e Dovizioso

Il vastese, penalizzato dal crollo della gomma anteriore, prova l’impresa nel finale di gara. Terzo Rossi, cade Marquez

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Le aspirazioni di vittoria di Andrea Iannone, o comunque di podio, erano da considerarsi più che legittime in quella che era la sua gara di casa, dove in carriera aveva ottenuto finora due vittorie, un secondo e un terzo posto. Ma il crollo inaspettato della gomma anteriore, iniziato dopo una metà gara più che soddisfacente e promettente, gliele ha fatte sparire per sempre, costringendolo poi a una corsa di difesa e di disperata conquista della terza posizione, che è stata soltanto sfiorata nel finale di gara. A festeggiare è la Ducati, che ha dominato il Gran Premio d’Italia con una gran doppietta di Lorenzo e Dovizioso. Terzo Valentino Rossi, mentre Marc Marquez si è autoeliminato con una caduta.

La gara - Iannone tiene la quarta posizione e alla prima curva si affianca pericolosamente con Marquez. Un istante dopo lo spagnolo si tocca con Petrucci e lo manda fuori traiettoria, con il ternano della Ducati Pramac costretto a perdere numerose posizioni. Le redini della gara sono prese da Lorenzo, seguito da Rossi e dal campione del mondo in carica, sul quale il pilota di Vasto cerca di non perdere margine. Al terzo giro, Marquez serve il sorpasso su Rossi con una gran staccata al termine del rettilineo e si mette all’inseguimento del connazionale.

I quattro davanti provano ad allungare sul resto del gruppo guidato da Dovizioso, ma il forlivese, che è in quinta posizione, riesce a recuperare terreno e a far sentire il fiato sul collo a Iannone. Al quinto giro, in curva 10, Marc Marquez perde l’anteriore, cerca di tenere su la moto ma stavolta perde la sua sfida con le leggi della fisica e finisce sulla ghiaia, rientrando poi in coda al gruppo. Rossi e Iannone passano così in seconda e terza posizione, ma il podio virtuale per il vastese dura soltanto poche curve, dato che viene sopravanzato dal ducatista.

Petrucci sorpassa Rins e si mette all’inseguimento di Iannone, mentre Dovizioso poco dopo supera Rossi. Il nove volte campione del mondo subisce la stessa sorte anche dal vastese, che al termine della staccata della San Donato, aiutato anche dal largo dell’avversario, riesce a infilarsi e si porta in terza posizione alle spalle di Dovizioso. Lorenzo è sempre più in fuga, mentre Iannone all’undicesimo giro va leggermente largo e perde ben tre decimi dall’italiano della Ducati. Nel giro successivo il vastese, che accusa un degrado inaspettato della gomma anterioreva ancora una volta fuori traiettoria, trovandosi in bagarre con Petrucci e Rossi e venendo sopravanzato nel giro di due tornate da entrambi i piloti. Il crollo del n.29 si ufficializza col sorpasso subìto dal suo compagno di squadra Rins, che lo relega in sesta posizione e lo costringe a difendersi da Crutchlow.

La terza posizione è occupata da Petrucci, sollecitato da Rossi e dallo stesso Iannone, che intanto si era vendicato su Rins. A sei giri dalla conclusione, c'è il gran sorpasso di Rossi su Petrucci, col vastese che imita efficacemente il campione della Yamaha e risale così in quarta posizione. A quattro giri dal termine, sempre alla prima curva della San Donato, Iannone supera in staccata Rossi, ma va irrimediabilmente largo ed è costretto a riaccodarsi al n.46. Si accende il duello tra i due, che a tre giri dal termine infiammano il pubblico sempre nello stesso punto: Iannone attacca, ma "il Dottore" tiene la corda e resiste. All’ultimo giro Rossi è però già troppo lontano, e ”il Maniaco” deve addirittura difendersi da Rins. Quando mancano poche curve al traguardo, crolla incredibilmente Dovizioso, che però riesce a tenere botta e a mantenere la seconda posizione fino allo sventolio della bandiera a scacchi. Lo stesso fa Iannone, che taglia faticosamente il traguardo in quarta posizione. Vince meritatamente Lorenzo, che pochi giorni fa, in aperta polemica con la Ducati (nello specifico con l'ad Claudio Domenicali), aveva detto di "non essere un gran pilota, ma un campione": detto, fatto.

Un risultato che, seppur positivo, lascia l'amaro in bocca a Iannone. Dopo essere stato il più veloce nelle prove libere (tranne che nelle FP3 di sabato mattina) e nel warm up di oggi, il vastese ha subìto le uniche "battute d’arresto” proprio quando bisognava raccogliere quanto di buono era stato seminato. Il riscatto dopo Le Mans è comunque stato servito: Iannone ha dimostrato, a differenza del suo compagno di squadra Rins, di poter lottare stabilmente per il podio. E la Suzuki, che non lo ha riconfermato per la prossima stagione preferendogli il comunque notevole Joan Mir, potrebbe iniziare a riflettere su questo aspetto.

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