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Dalle Fiandre a Istanbul: il vastese Roberto Menicucci alla 'Transcontinental Race'

Corsa ciclistica dal Belgio alla Turchia per un percorso totale di 4.100 chilometri

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“All’inizio di questa avventura era una sfida contro me stesso, poi quasi a voler vincere le scommesse con chi non pensava ci riuscissi e ora la vedo quasi come una dolce dipendenza”.

In una ipotetica quanto fantasiosa classifica dello sportivo riguardo fatica e costanza l’atleta vastese, nonché professore, Roberto Menicucci da qualche anno trapiantato ad Alba con sua moglie Valentina, anche lei vastese, volerebbe nelle posizioni più alte visto quanto ha dato, sta dando e continuerà a dare allo sport, insegnato si ma soprattutto, visto la sfida che lo attende, praticato.

Delle sue gesta ne avevamo parlato per la prima volta tre estati fa quando nel giugno del 2012 tornò in Abruzzo non per una vacanza di piacere ma per prendere parte all’Half Ironman che ogni estate si svolge in terra pescarese, un primo passo verso tutte quelle competizioni ‘ultra’ che da li in avanti lo hanno accompagnato negli ultimi anni. Con le maratone in montagna ad alta quota (arrivando a percorrere anche quelle superiori ai 100 km, non in pianura sia ben chiaro, lo ripetiamo, in montagna) e il triathlon aveva iniziato questa nuova avventura sportiva senza mai abbandonare le sue professioni, al plurale, si avete letto bene.

Professore di Scienze Motorie (per i nostalgici la vecchia Educazione Fisica) in un istituto superiore albese le sue giornate pare abbiano una durata di gran lunga superiore alle canoniche ventiquattro ore visto il tempo che dedica a tutte le sue attività sportive, sia da insegnante che da praticante. Dopo le ore scolastiche divide i pomeriggi insegnando, sia ai bambini che agli atleti agonisti la scherma, preparatore anche per l’atletica ed infine preparatore atletico per la squadra di calcio femminile dell’Alba, quest’anno a un passo dalla promozione in Serie A.

Tra le mille discipline che insegna riesce a ritagliarsi del tempo per gli allenamenti personali, quelli che servono per la preparazione in vista delle sue sfide per molti utopistiche ma di certo non per il trentatreenne vastese. Dopo l’Half Ironman pescarese nell’estate successiva, il 15 agosto a voler essere precisi mentre alcuni suoi coetanei si godevano il Ferragosto lui in Provenza si cimentava nell’Ironman, anzi in realtà qualcosa ancor più ostica dovendo affrontare i ‘canonici’ 4 km a nuoto, 192 chilometri in biciletta e 42 km di corsa con alcune modifiche aumentando le difficoltà. Prova superata alla grande, riuscendo a concludere l’ironman francese in meno di quattordici ore.

L’ambizione è provare a superarsi con un'altra mission impossible e quasi per caso ecco arrivare l’occasione di cimentarsi con la Transcontinental Race, una corsa ciclistica, anzi una ultracicycling, lunga 4.100 km partendo dal Belgio per arrivare fino in Turchia.

Uno sport estremo da affrontare con le giuste motivazioni, “il coraggio è la tua forza”, una frase che durante l’ironman francese Menicucci ascoltava spesso quasi a farne il suo motto per andare avanti nei momenti di difficoltà.

Cos’è nel dettaglio questa Transcontinental Race? Per l’ultra atleta vastese l’opportunità è arrivata grazie al suo amico Paolo, lo avrebbe dovuto preparare in vista di questa corsa ma da istruttore si è subito trasformato in fidato compagno di allenamenti accettando la sfida che insieme inizieranno allo scoccare delle mezzanotte tra venerdì 24 e sabato 25 luglio sulle strade belga di Vlaanderen nella regione delle Fiandre.

Raggiungere Istanbul sarà solo l’atto finale, nel mezzo una corsa con altissimo tasso di difficoltà e stanchezza, “in questo tipo di corse l’80% è dettato dalla forza mentale, il restante 20% dal fisico”, non ha dubbi Roberto che per l’occasione andrà in strada con una bici adatta a questo tipo di competizione.

L’importante sarà arrivare entro le prime due settimane, è questo l’obiettivo dell’ultra atleta vastese presente tra i 240 partecipanti alla Transcontinental Race (giunta alla sua terza edizione) scelti tra quasi duemila richieste di partecipazione.

Una corsa che toccherà diversi stati europei e che attraverserà anche la penisola italiana.

Come nelle più famose ultra-maratone, il cronometro non si ferma mai ed i concorrenti potranno decidere, dove, quando e quanto tempo fermarsi per riposarsi e recuperare le energie. I ciclisti potranno utilizzare soltanto i materiali e le scorte alimentari che hanno stivato nei loro bagagli alla partenza o usufruire dei servizi e i prodotti che troveranno in commercio durante tutto il lungo itinerario.

Per raggiungere Istanbul il percorso è libero ma i corridori, seguiti da un gps che l’organizzazione monterà sulle biciclette, dovranno obbligatoriamente transitare nei quattro controlli previsti Mont Ventoux (Francia), Colle dell'Assietta (Italia), Vukovar (Croazia), Lovcen (Montenegro) pena la squalifica. Una preparazione iniziata nel settembre scorso, dieci mesi di fatica girando anche alcune località italiane in parte si avvicinano ad alcuni tratti della corsa, giorni di fatica estrema come le dieci ore di corsa giornaliera per una intera settimana percorrendo oltre 1300 km.

L’obiettivo è entrare nei finisher, ovvero quelli che riusciranno ad percorrere i 4100 km entro il 10 agosto, negli anni scorsi chi chiuse sul podio riuscì a completare l’impresa in otto giorni.

L’ultra atleta vastese Roberto Menicucci spera di riuscirci in 15 giorni, entro il 9 agosto, sarebbe un risultato eccezionale.

“Il coraggio è la mia forza”, un motto che dalle Fiandre lo porterà parecchio lontano, fino ad Istanbul, più che un’impresa, un obiettivo da perseguire, l’ennesimo della sua dolce dipendenza.

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