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CONTRATTO RESCISSO CONSENSUALMENTE: PINO DI MEO LASCIA DOPO DUE STAGIONI LA PANCHINA DELLA PRO VASTO

Una promozione dalla D, lo Scudetto Dilettanti e la salvezza in Seconda Divisione nel bilancio

a cura della redazione
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Pino Di Meo lascia la panchina della Pro Vasto. Il giovane tecnico pugliese di Trani non è più l'allenatore della squadra biancorossa, guidata negli ultimi due campionati, di serie D e Seconda Divisione. Questa mattina Di Meo ha rescisso il contratto con la società biancorossa che lo legava fino al giugno del 2011. "Giusto il tempo di mettere nero su bianco - si legge in una nota pubblicata sul sito www.provasto.it - un saluto agli amici ed ai collaboratori ed è ripartito. Con il presidente Mimmo Crisci era già d'accordo su tutto, disponendo i reciproci impegni si è giunti a questa soluzione. Di Meo è in pole position per la sostituzione di Dino Pagliari che dovrebbe a sua volta rescindere con il Lanciano, ma ad oggi, almeno ascoltando Di Meo, non v'è certezza". Tre anni da calciatore e due da allenatore il bilancio di Pino Di Meo in biancorosso alla Pro Vasto, con quest'ultima esperienza caratterizzata dalla splendida vittoria del campionato di serie D 2008/2009, la successiva conquista dello Scudetto dei Dilettanti e la salvezza acquisita in questo ultimo torneo di Seconda Divisione. Il seguito della nota sul sito del club biancorosso di Gabriele Cerulli. "Si chiude, dunque, anche il capitolo panchina durato due anni, dopo il triennio da calciatore per Pino Di Meo in biancorosso. Un lustro densissimo di emozioni di cui ne è sempre stato massimo protagonista. Giunse a Vasto nel settembre 2003 dopo l'inverosimile ripescaggio in C2 a campionato iniziato. Era il Pro Vasto del trio Litterio-Malavolta-Fiorini. In campo uno squadrone con Marconato in porta; Di Meo, Braca e Maury in difesa; Marziano, Cazzola, Campanile, Bruno e Bonomi a centrocampo, Parente e Di Corcia in attacco. Tanti altri a completare un organico costruito tardi a disposizione di Fausto Silipo, di gente 'pazza', ma di valore singolo altissimo. La stagione seguente coincise con l'ingresso in società di Mimmo Crisci, con il quale Di Meo strinse subito un rapporto solido e duraturo, fino a diventare amicizia. Play off impensabili al termine del girone di andata e guadagnati sul filo di lana contro il Marcianise, poi persi contro il Rende. La terza ed ultima stagione da calciatore si chiuse burrascosamente. Di Meo ebbe fortissimi dissidi con l'allenatore Sauro Trillini, insanabili anche per la società dove all'epoca c'era anche Lucio Moscato. Il connubio Crisci-Di Meo rinacque in serie D con il beneplacito consenso di Danilo Pierini che in quel di Penne, sede del ritiro, rassicurò al presidente biancorosso: 'Non c'è bisogno della mia super visione, Pino può fare bene da solo'. Cominciò in quel momento uno dei campionati più belli, se non il più bello della storia del calcio vastese. Una cavalcata trionfale nata con qualche stantuffo capriccioso all'inizio, stoppatasi in pieno inverno e ripresa con dieci vittorie consecutive letali per il Fano, battuto seccamente s domicilio (0-2) nello scontro diretto, quando gli amaranto avevano già lo champagne in fresco da stappare e ci rimase fino al ripescaggio! All'incredibile epilogo di Tolentino, il Pro Vasto giunse cogliendo soddisfazioni uniche, su tutte la vittoria di Chieti con una prodezza di Mario Bonfiglio. Un'annata avvolta in una combinazione chimica imbattibile con il marchio doc di Pino Di Meo. Gioco spettacolare e rischioso, un 4-2-3-1 che ne rispecchia fedelmente il carattere, irruento e fragile. La fortuna accompagna la marcia trionfale, dopo un inverno che tarpò le ali alla squadra togliendo di mezzo per infortunio le ali Potenza e Fiore, determinanti nel modulo. Con dieci punti di ritardo il Pro Vasto va sul 2 a 0 contro il Canistro, subisce il 2 a 1 e ad un paio di minuti dal termine ci pensa la traversa ad evitare il pareggio. Nello stesso minuto il Fano viene raggiunto a Montecchio. Due punti riguadagnati grazie ad una dea bendata che dimostra spesso di tifare Pro Vasto, la squadra che più di ogni altra sa farsi bella per meritare le sue attenzioni. E' il 17 maggio del 2009, ore 17.58. Sembra tutto finito sciaguratamente. L'arbitro assegna il secondo rigore in cinque minuti e Bonfiglio trasforma ancora. Si concretizza un capolavoro nel miracolo, la firma in calce è del nuovo re di Vasto. E' di Pino Di Meo, portato in trionfo dai mille vastesi al seguito. Osannato ancora in pieno centro, al ritorno, da una città in festa. La storia non finiva lì. Il condottiero pugliese riusciva a regalare alla società biancorossa anche lo scudetto tricolore nell'infausta finale di Aprilia (gara sospesa per incidenti e vinta a tavolino) contro il fortiassimo Siracusa, praticamente fermo, mentre i ragazzi di Di Meo volavano, volavano, volavano. Con il tricolore sul petto il presidente Crisci non poteva che confermare Pino sulla panchina e tentare un'altra impresa. Zitti zitti, quatti quatti, ma stavolta, in Seconda Divisione, le cose cominciano male e finiscono benino. Con una salvezza rimediata dopo qualche spavento di troppo. Sono successe troppe cose quest'anno, in cui ognuno avrebbe da dirne. E' la legge dei risultati, la dura legge del calcio. Tutto quello che abbiamo detto prima, che avete letto, è storia. Caro Pino, grazie. Penso, dall'intero pubblico biancorosso. Buona fortuna e arrivederci, senza dubbio alcuno da tutti coloro che hanno in qualche modo condiviso con te questi due anni in prima linea".
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