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IL 'MAGIC MOMENT' DEL GIOVANE ARBITRO VASTESE ANGELO GIANCOLA: INCORAGGIANTI LE PRIME ESPERIENZE NELLA MASSIMA SERIE

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“L’importante è arbitrare, stare bene e divertirsi sempre. Poi quel che verrà verrà”. E’ questa la filosofia che ha portato Angelo Giancola , 32 anni, commerciante vastese, ad entrare nel 'gotha' degli arbitri italiani. Sabato, al Sant'Elia il debutto in serie A, nella partita Cagliari-Livorno, questa sera, all'Artemio Franchi, sarà il quarto uomo di Fiorentina-Lazio, gara che sarà diretta dall'arbitro Celi di Campobasso, valevole per i quarti di finale di Coppa Italia. Si dice contento, molto contento, Angelo Giancola dell'attuale momento. Come è nata questa sua passione? Ha mai pensato in passato di essere calciatore piuttosto che arbitro? "Quando avevo sette anni mi sono iscritto alla scuola calcio e ho giocato fino a 15. Purtroppo ho subito un brutto infortunio, mi sono dovuto operare e quando mi sono ripreso ho notato che la voglia di giocare non era più la stessa e mi son buttato in questa nuova esperienza come arbitro”. Quali sono le tappe importanti della sua carriera? “Nel 1994 mi sono iscritto alla Sezione Arbitri di Vasto. Nel primo periodo, fino al 2002, ho diretto partite del settore giovanile locale e per tre anni l’Eccellenza Regionale. Poi per sette anni ho arbitrato a livello nazionale: per 3 anni incontri di serie D e 4 anni partite di serie C (attuale Lega Pro). Questa estate, poi, è arrivata la promozione nella CAN di serie A e B. Sono stato fermo, però, per due mesi a causa di un piccolo problema fisico e, finalmente, il 27 ottobre ho arbitrato la mia prima partita nella serie cadetta Empoli-Triestina. Ho diretto sette incontri in serie B e sabato scorso ho debuttato in A nella partita Cagliari-Livorno”. Cosa fa nella vita e come passa le giornate Angelo Giancola quando non arbitra? "Nel 2007 mi sono laureato in Scienze Motorie all’Università D’Annunzio di Chieti e ora faccio il commerciante. Vivo e mi alleno a Vasto quotidianamente e durante il giorno sono spesso in giro per l’Abruzzo per lavoro. Ogni quindici giorni, poi, salgo a Firenze in ritiro con la CAN di A e B. Nel tempo libero amo giocare a calcetto, leggere e stare con gli amici”. C’è qualcuno, in particolare, a cui ha dedicato questa promozione nella Commissione Nazionale Arbitri di serie A e B e tutti i traguardi fino ad ora raggiunti? “Sicuramente la dedica è stata per mio padre Filippo, morto qualche anno fa a causa di un male incurabile. Lui mi ha seguito sempre e mi ha sempre spronato a fare bene e non mollare sin da piccolo. Ha seguito spesso le partite che arbitravo ed è sempre stato il mio primo estimatore. Insieme a lui estendo la dedica a mia madre Lina, pensionata, e a mia sorella Virginia. Ringrazio poi la Sezione Arbitri di Vasto e tutti gli amici”.
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