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Un anno con Antonietta sempre nel cuore

Un anno fa si interruppe il cammino terreno di Antonietta Centofanti, anima della memoria del terremoto del 6 aprile 2009 in cui morirono il nipote Davide e Maurizio Natale di Monteodorisio

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Ci sono date che diventano snodi fondamentali, una rottura totale. In pochi secondi tutto prende una piega inaspettata e nulla resta come prima. Gli anni poi passano e la memoria, come una candela, si spegne per molti. Ma non per tutti. Per le abruzzesi e gli abruzzesi una di queste date è il 6 aprile 2009, ore 3.32, l’ora in cui nulla fu come prima, il momento della terribile scossa che sconvolse L’Aquila e tanti altri comuni. La memoria, l’impegno per verità e giustizia per il 6 aprile 2009 si legano indissolubilmente ad Antonietta Centofanti. Presidente del Comitato Familiari Vittime della Casa dello Studente, in cui persero la vita il nipote Davide e Maurizio Natale di Monteodorisio, di tantissime iniziative per la memoria in questi anni e di innumerevoli iniziative culturali e sociali.

Il cuore di Antonietta ha smesso di battere su questa terra un anno fa. Una notizia giunta improvvisa per molti che, in poche ore, inondarono la sua bacheca facebook e la stampa di ricordi, commozione, dolore. Da tutte le parti d’Italia, perché il comitato negli anni aveva incontrato altre associazioni e comitati nati dopo altri drammatici avvenimenti. E Antonietta c’era sempre, con la sua passione, forza, straordinaria umanità. Tenendo stretto quel filo rosso che unisce troppi lutti, troppi drammi, troppe ingiustizie di questo nostro sventurato Paese. «L’illegalità è ovunque e uccide. E’ accaduto a L’Aquila ma anche a Giampilieri, a Favara, a Viareggio, a Torino, alla Thyssenkrupp, è accaduto alle Case White di Milano, e noi vogliamo dire forte che la legalità è necessaria e salva la vita» le sue parole, consegnate al ricordo di tutti l’anno scorso da una delle tantissime persone che la stanno commossi ricordando.

C’è chi si impegna un giorno ed è bravo, altri un solo anno e sono più bravi, altri ancora che lottano più anni e quindi più bravi, poi c’è chi lotta tutta una vita ed è indispensabile scrisse Brecht. Parole che doverosamente valgono e si devono dedicare a persone come Antonietta Centofanti. Un impegno tenace, forte, straordinario, generoso. Vera e coriacea, come l’ha ricordata Pino Ciocola di Avvenire l’anno scorso. Autentica come la passione che ha donato.

Lo sguardo di Antonietta, il suo esemplare donarsi, che si rivedono nella nipote Lilli e nelle foto di Davide. In questi anni diventato una presenza quasi familiare, conosciuto e parte delle nostre vite grazie soprattutto a loro. È stata sempre motore attivo, protagonista nel senso più alto e nobile che possa esistere, custode di una memoria viva e attiva, condivisa con tante altre persone di vari luoghi d’Italia. Innamorata delle nostre terre è stata attiva e generosa in tantissime iniziative culturali e sociali, per tante cause solidali e in difesa degli animali. Ha donato la sua penna, anzi in tempi moderni la tastiera, al portale abruzzotravelfood. Sul quale ha raccontato storie, tesori, bellezze, ricchezze del nostro Abruzzo. L’ultima volta che ho avuto occasione di parlarci fu nel settembre scorso, cercava notizie ed un contatto della famiglia di una pescatrice di Casalbordino, memoria storica della pesca e ancora oggi – ad 84 anni – attiva. 

Il 2 maggio dell’anno scorso l’ultimo saluto avvenne con una cerimonia laica a L’Aquila, momento in cui ci si è ritrovati e si è voluto ricordarla con la passione e amore che lei ha donato in tutti questi anni, come ha testimoniato il fiume impetuoso dei ricordi commossi e intensi che per giorni non si è mai fermato. Settimane dopo la notte del terremoto, con cura e delicatezza, fu uno dei tantissimi ricordi pubblicati l’anno scorso, era tra le macerie della Casa dello Studente, gesti con cui «insegnava cos’è l’amore». 

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