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Elena Sangro, la 'musa' vastese di Gabriele D'Annunzio

Mostra celebrativa e libro dedicato alla diva del cinema muto, amante del Vate

redazione
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Al Palazzo Mattioli di Vasto la mostra celebrativa dedicata a Elena Sangro, diva del cinema muto, amante e musa ispiratrice di Gabriele D’Annunzio.

L’inaugurazione è prevista domenica 21 gennaio alle ore 17 e a seguire, nella Sala Pinacoteca di Palazzo d'Avalos, si terrà la presentazione del libro “Elena Sangro e la sua relazione con Gabriele D’Annunzio”, scritto da Franco Di Tizio con le letture di alcuni passi dell’opera a cura dell’attrice Franca Minnucci.

Oltre all’autore, interverranno anche Luigi Murolo Giuseppe Tagliente.

Elena Sangro, nata a Vasto nel 1897, è stata un'attrice e regista italiana. Il suo vero nome è Maria Antonietta Avveduti, figlia di Avveduto Bartoli Avveduti, originario di Chianciano, agente del duca Giovanni Quarto di Belgioioso, marito di Ortensia D'Avalos.

Apparve per la prima volta in un film nel 1917, in quell’occasione fu notata dal regista Enrico Guazzoni che la volle come protagonista del suo film Fabiola.

D'Annunzio fu un suo ammiratore. Il poeta pescarese subì infatti il fascino, la sensualità e la bellezza della splendida attrice vastese. Dai primi fugaci incontri tra i due divampò una violenta passione, che prese ben presto le sembianze di una relazione amorosa stabile. Le dedicò un “Carmen votivum” dal titolo Alla piacente.

La loro storia d’amore è documentata da una corrispondenza formata da una ventina tra lettere e telegrammi, che vanno dal 1924 al 1933, ancora oggi conservati presso l’Archivio del Vittoriale.

Il volume pubblicato da Franco Di Tizio per la Ianieri Editore, di oltre 500 pagine con 128 illustrazioni, è diviso in 5 capitoli, nei quali l'autore si è soffermato sulle notizie biografiche dell'attrice, la lunga filmografia, i suoi rapporti con d'Annunzio, la genesi del Carmen votivum e gli avvenimenti che si sono succeduti intorno alla sua figura dalla morte a oggi.

La parte più importante del libro è senz'altro il terzo capitolo, che tratta il rapporto tra D'Annunzio e la Sangro.

"È stato principalmente sul materiale custodito al Vittoriale - ha riferito l'autore - che mi sono basato per illustrare il rapporto tra il poeta e l'attrice. Le minute dei telegrammi di d'Annunzio e le lettere della Sangro sono quasi tutte senza data. La ricostruzione del loro rapporto è stata, quindi, un lavoro complesso, tenuto conto che vi sono lettere e telegrammi monchi, e che le missive e i moduli di telegramma del Poeta sono andati dispersi".

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