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Il cardinale Simoni durante i lavori forzati: di nascosto cucinava le ostie con i fornelletti del lavoro

Incontro-testimonianza all’auditorium della parrocchia di San Marco

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Nel pomeriggio di domenica 15 gennaio, presso l’auditorium della parrocchia di San Marco, il giornalista Piergiorgio Greco ha intervistato don Ernest Simoni, il sacerdote albanese che è stato nominato cardinale il 19 novembre scorso da papa Francesco. All’incontro era presente l’arcivescovo di Chieti- Vasto mons. Bruno Forte.

Durante la persecuzione del regime di Enver Hoxha, il dittatore che aveva proclamato l’Albania il “primo Stato ateo al mondo”, don Ernest è stato arrestato mentre celebrava la veglia di Natale del 1963 semplicemente perché era un sacerdote.  Doveva essere impiccato ma poi la sua pena è stata commutata in lavori forzati prima nelle gallerie buie delle miniere di Spac e poi nelle fogne di Scutari a spaccare pietre. Per oltre venticinque anni di nascosto, ha celebrato in latino la santa Messa con le ostie cotte su piccoli fornelli che servivano per il lavoro. Ha confessato e ammonito gli altri carcerati e ogni giorno recitava il santo rosario.

Di seguito alcune domande poste da Piergiorgio Greco al cardinale.

Lei non solo ha perdonato i suoi aguzzini ma è anche stato un portatore di pace tra le varie faide albanesi. Che cos’è l’esperienza del perdono?

Il perdono è la più grande virtù. Dove c’è perdono, odio e rancore spariscono e si perde la memoria del male e Dio che è l’Onnipotente trionferà. Ma per avere la forza di perdonare bisogna convertirsi e pregare incessantemente.

Lei era stato condannato alla morte, secondo lei perché il Signore le ha permesso di sopravvivere?

Non è facile rispondere a questa domanda. Io sono l’unico sacerdote che è sopravvissuto. Dio ha i suoi piani e noi dobbiamo solo pregare e mortificarci.

Quanto è stata importante la fede e quanto la sua forza di volontà?  

Solo la volontà del Signore può aiutare. La carne è debole e Satana ripete costantemente che vuole distruggere l’umanità. Dobbiamo ogni giorno pregare almeno un’ora al giorno e recitare il rosario per invocare l’aiuto della Madonna.

C’è stata un’occasione in cui ha detto “ora basta, non c’è la faccio”?

Ho sempre sentito che la grazia del Signore era con me.

Nonostante i suoi quasi 88 anni, ovunque la chiamano (anche in America) lei va e fa la sua testimonianza. Cosa le dà questa forza?

Gli albanesi si trovano in tutto il mondo e spesso capita che mi chiamano e io vado. La forza me la danno la Santissima Trinità e la Madonna.

Qual è stato il giorno più bello della sua vita?                                       

Il 21 settembre 2014 a Tirana quando ho incontrato papa Francesco perché qui sulla Terra rappresenta Gesù.

Durante l’intervista c’erano delle parole ricorrenti sulla bocca del cardinale: amate Gesù, amate la Madonna, pregate, recitate il rosario e facendo questo riuscirete a essere dei testimoni credibili di Gesù.

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