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Riscontri positivi alla Tavola Rotonda sulla storia del Convento e Mercato Santa Chiara

Esperti eccellenti per creare una nuova sinergia che parte dalla Scuola Primaria “G. Spataro”

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L’assessorato al Commercio e alla Scuola, Anna Bosco, il Dirigente Scolastico dell’Ic1 Vasto, Eufrasia Fonzo, in collaborazione con la Odv Ricoclaun e il Laboratorio Creta Rossa hanno presentato durante la Tavola Rotonda tenutasi il 13 dicembre alla Pinacoteca d’Avalos il progetto di riqualificazione urbana che si realizzerà nel 2023 al Mercato Santa Chiara. Nove classi della Scuola Primaria “G. Spataro”, decoreranno pannelli in ceramica ispirandosi ai mestieri tipici del mercato e Giuseppe Buono e Michela Monteodorisio della Creta Rossa realizzeranno un pannello storico. La scuola avrà quindi il compito di unire la storia di questo luogo, dal Convento al Mercato. Hanno sottolineato tutti come questo progetto sia innovativo perché consentirà di prendersi cura di uno dei luoghi più rappresentativi della città, partendo dal lavoro creativo dei bambini, attori fondamentali del progetto. Creare bellezza, valorizzando in modo nuovo un angolo della città, permetterà anche di comprendere come lo spazio comune è di tutti, incentivando il prendersi cura, il rispetto del bene comune. 

Durante la tavola rotonda, che ha avuto la presenza di Paola Cerella a moderare i tanti interventi, si è voluto fare un excursus storico di questo luogo, dalla seconda metà del 1500 ad oggi con la presenza di esperti eccellenti: Paolo Calvano, Nicolangelo e Nicola D’Adamo, Miranda Sconosciuto, Patrizio Lapenna e Giuseppe Di Filippo

Molto interessante è stato il contributo di Paolo Calvano che ha dato alcune informazioni sul monastero di Santa Chiara, con i suoi 300 anni di vita monastica femminile di clausura. La struttura è stata fortemente voluta da Porzia Canaccio, vedova di Bernardino Sottile che con il contributo dell’allora comune ha finanziato la costruzione dell’edificio con l’autorizzazione del Viceré di Napoli. Arrivarono suore da L’Aquila e poi da molte famiglie nobili vastesi. Il Monastero era completamente autonomo, all’interno aveva una cappella, dove quotidianamente si svolgeva la Santa Messa e un cimitero interno, almeno fino al 1863. Le ragazze, spesso molto giovani, quando entravano in clausura portavano una dote, che serviva a sostenere tutte le spese monastiche. Nel Monastero poteva entrare solo il sacerdote e alcuni artigiani per lavori straordinari. Dopo l’Unità d’Italia le suore diminuirono di numero fino ad arrivare all’assenza di religiose nei primi anni del 1900. Il Comune decise poi di distruggere il Monastero tra il 1930 e il 1933 per cattive condizioni statiche. Lo storico, Paolo Calvano, ha detto che le strade adiacenti al monastero erano strettissime e anche quando c’era la possibilità di fare fotografie, era molto arduo fotografare la struttura, che è presente da lontano in molte foto storiche. Si vede sotto il campanile di Santa Maria il grande loggiato monastico costruito nel 1623. Dal 1933 al 1955 il sito rimane vuoto, finché il comune decide di costruire, nello stesso luogo il Mercato coperto. 

Nicolangelo D’Adamo e Nicola D’Adamo hanno raccontato la storia successiva, riguardante la storia del mercato all’aperto di Vasto, a Piazza Barbacani per la frutta e verdura e a Piazza del Popolo per il pesce, fino all’inaugurazione del mercato coperto denominato Santa Chiara, il 20 luglio 1958. Nicolangelo ha raccontato che i soci della Società degli ortolani erano preoccupati per l’assegnazione dei posti e per evitare discussioni si decise che un ragazzino avrebbe sorteggiato i posti numerati. Fu proprio lui, all’ora aveva 11 anni, ad avere questo compito. Ha spiegato che l’ortolano di una volta non era solo un contadino ma un artigiano che sapeva fare innesti, canestri, sapeva commerciare, sia al mercato di Vasto che ai mercati dei paesi del territorio. Era molto importante una volta per gli ortolani, prestare molta cura nella presentazione dei prodotti, con ore e ore di lavoro, svolte da tutta la famiglia e della presenza di un commercio che si basava prevalentemente di baratto. I prodotti più importanti erano: gli agrumi, il pomodoro mezzo tempo, il peperone rosso, i carciofi, il cardone che erano usati dai grossisti anche per le esportazioni in Italia e all’estero.

L’ex preside ha sottolineato l’importanza del mercato, dei prodotti locali, e come sia necessario far conoscere, soprattutto alle nuove generazioni, la stagionalità dei prodotti. 

Nicola D’Adamo ha evidenziato come la presenza dell’acqua nelle falde acquifere del sottosuolo sia stata la fortuna di tutti gli ortolani vastesi. Canalizzavano l’acqua e la facevano confluire nelle peschiere, con un’irrigazione per scorrimento negli orti in discesa. Era un’attività fiorente quella degli ortolani una volta, con un movimento di circa 1300 posti di lavoro. Ha poi letto l’elenco di tante ricette, presenti nel libro “Gli ortolani di Vasto, tra Storia e Antropologia” fatte tutte con gli ortaggi vastesi, che potrebbero essere riscoperte per salvare dall’oblio un’importante pagina della storia locale, recuperando alla memoria uno dei mestieri più caratteristici di Vasto. 

Miranda Sconosciuto ha menzionato i tanti ricordi personali del Mercato Santa Chiara, le persone speciali che ne hanno costituito la storia, tra tutti il ricordo del padre e di Roberto Molino, frammenti di memoria, pieni di emozione. Ha ricordato gli altri eventi organizzati da lei nel Mercato Santa Chiara e di come sia importante riconciliare i tanti pezzi di storia anche grazie alla scuola, scegliendo un linguaggio per eccellenza, quello dell’arte. La scuola come promotrice del progetto ha il compito importante di difendere le proprie radici. Ha ricordato come si faccia più fatica a restare che ad andare via e che bisognerebbe premiare chi resta con encomiabile orgoglio a tramandare e difendere le proprie radici. Permane ancora oggi il bisogno di tramandare la nostra storia alle nuove generazioni, affinché da essa possano e debbano trarre forza.

Patrizio Lapenna, della Confesercenti e Giuseppe Di Filippo, della Cia, hanno evidenziato la situazione attuale del mercato Santa Chiara e le prospettive future, a partire dalla tradizione locale, da prodotti a km zero, alla presenza di un’offerta commerciale raddoppiata rispetto al passato con 50 operatori che rappresentano Vasto e l’intero territorio. La struttura del mercato si è dotato finalmente di un impianto antincendio nel 2022, avrà la ristrutturazione del tetto nei primi mesi del 2023 e con questo progetto in ceramica, con il fondamentale ruolo della scuola, darà nuova bellezza al muro esterno del mercato. Tanti i progetti che possono ancora realizzarsi anche a breve tempo, un esempio è stato il “Food & Wine” di qualche giorno fa che ha avuto un grande successo. Sarebbe auspicabile rendere la struttura autosufficiente da un punto di vista energetico, ma anche avere la possibilità di avere tanti commercianti tutti i giorni, puntando anche sull’enoturismo, basilare per il futuro che richiama un target giovanile.

Tutti i vari interventi, pieni di entusiasmo e di passione, hanno fatto capire che questo luogo è denso di storia e che il convento continua in un certo modo a vivere ancora nel mercato e che questa nuova rete di esperti, di enti, di associazioni può consentire di riappropriarci tutti di un luogo importante. 

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