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“Tornare ad unire le persone ed i popoli è stato un momento di rinascita molto importante”

Fresagrandinaria. “Percorso E-migranti”, progetto di integrazione culturale quella che fu l’emigrazione fresana e quella che oggi è la nuova emigrazione

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Alexander Langer scrisse di sentirsi un ponte che si poteva percorrere in entrambe la direzioni. Un ponte che univa italiani e tedeschi in una terra di frontiera. A Fresagrandinaria in queste settimane è stato costruito un ponte percorso in tante direzioni che il compianto Alex avrebbe probabilmente apprezzato e nel quale si sarebbe riconosciuto. Un ponte storico, culturale e tra popoli che ha unito tedeschi giunti in paese, la cittadinanza e ragazzi giunti da un luogo a noi non molto distante, la Tunisia, e altri giunti da molto più lontano, il Bangladesh.

E-migranti, un progetto formativo “studiato ad hoc per i ragazzi del centro SAI di Fresagrandinaria, da poco inseriti nella nostra piccola comunità fresana” ha spiegato l’assessore Francesca Giangiacomo con l’obiettivo di promuovere una consapevolezza interculturale nei ragazzi, sia di quella che è stata la storia contadina del posto, sia della storia emigrante di Fresagrandinaria”. Protagonisti i ragazzi del centro SAI presente a Fresagrandinaria, originari di Tunisia e Bangladesh, che per dieci giorni hanno partecipato ad “un percorso storico-interculturale all’interno e all’esterno degli spazi del museo contadino, attraverso il quale hanno potuto raccogliere immagini di artefatti, oggetti e usi e costumi della memoria fresana, denominandoli nella loro lingua e associandoli ai riferimenti culturali dei loro paesi di origine” sottolinea la nota stampa dell’Amministrazione Comunale.  Il museo contadino e delle migrazioni di Fresagrandinaria è stato luogo di “un progetto di integrazione culturale tra quella che fu l’emigrazione fresana e quella che oggi è la nuova emigrazione che ha messo a confronto viaggi ed emozioni”. Un percorso formativo interculturale i cui risultati, percorrendo così un ulteriore ponte che dal cuore dell’Abruzzo unisce con il cuore d’Europa, sono stati presentati il 5 giugno scorso “in occasione dell’arrivo della delegazione tedesca di Püttlingen a Fresagrandinaria per il tricentenario del pellegrinaggio a Nuova Cliternia dedicato alla Madonna Grande” e che stato frutto della sinergia tra il Comune, la Pro Loco del paese e la Cooperativa L’Abbraccio. Il comunicato stampa ricorda che “Püttlingen è la città gemellata con Fresagrandinaria in virtù della consistente emigrazione che ha visto molti fresani emigrati in Germania negli anni Cinquanta e Sessanta”. La Cooperativa L’Abbraccio ha sede a Carunchio e “si occupa dei progetti di accoglienza SAI in alcuni comuni del territorio del medio-alto vastese”. 

«Il progetto - sottolinea l’Assessore Francesca Giangiacomo, esperta di politiche sociali e dalla quale è partita l’idea - è stato un’occasione utile per fare comprendere ai ragazzi che i fenomeni migratori sono da sempre esistiti e che continueranno ad esserci poiché l’uomo, sia per necessità, che per curiosità, è predisposto allo spostamento. Lo spostamento dal luogo di nascita, la voglia di conoscere nuovi luoghi e nuove culture(non solo per fare vacanza) e l’affrontare il lungo viaggio prima dell’arrivo a destinazione, sono presupposti necessari per la crescita dell’essere umano, per il suo sviluppo , per la sua crescita spirituale e per la conoscenza di sé.  I ragazzi del nostro centro di accoglienza sono già molto più consapevoli di sé stessi di molti altri loro coetanei che non hanno affrontato il “viaggio interiore” che li ha portati fino Fresagrandinaria. Essere parte del loro viaggio e far comprendere loro che anche molti altri giovani fresani affrontarono questo percorso, per noi è prerogativa importante nonché un orgoglio. Poter partecipare al percorso formativo di un essere umano è un privilegio che non tutti hanno e noi ci impegneremo affinché questa formazione siapiù pedagogica possibile». 

Il Sindaco di Fresagrandinaria Lino Giangiacomo ha rimarcato l’importanza dell’inclusione nei piccoli centri e dell’accoglienza che sono la vera risorsa delle piccole realtà: «dopo il periodo di isolamento e di distanza imposto dalla pandemia, tornare ad unire le persone ed i popoli è stato un momento di rinascita molto importante. Grazie a tutti i ragazzi della struttura che si sono impegnati in questo importante progetto, grazie a Giulia Messere per la sua professionalità, grazie al nostro Assessore sempre molto attento alle dinamiche sociali territoriali e al Coordinatore Alberto Piluso con il quale abbiamo stretto un legame molto significativo e collaborativo e grazie a tutti quanti hanno collaborato territorialmente e collaboreranno per altre importanti iniziative». 

«Il percorso – ha spiegato Giulia Messere, ricercatrice in Sociologia dei Fenomeni Migratori e che ha condotto i laboratori - ha avuto la duplice funzione di facilitare ai ragazzi la comprensione linguistica attraverso l’apprendimento per immagini e l’accostamento dei significati agli oggetti, permettendo la conoscenza del territorio in una connessione storico-culturale tra le dimensioni umane, motivazionali, emotive e soggettive che sono presenti alla base di ogni percorso migratorio tanto nel passato dell’emigrazione italiana quanto nell’attualità delle migrazioni contemporanee». 

«Il comune di Fresagrandinaria ha messo in campo una bella iniziativa per l’integrazione sociale dei ragazzi. Giulia è stata molto accogliente nei confronti dei ragazzi, e allo stesso tempo abbiamo visto i ragazzi sempre interessati e motivati – ha raccontato il responsabile della Cooperativa L’Abbraccio Alberto Piluso - il progetto consisteva nell’avvicinare i ragazzi all’emigrazione fresana, per cui si è cercato di creare una sorta di ponte di incontro immaginario tra la nostra emigrazione e la loro, abbiamo visto i ragazzi molto sorpresi e scossi, quasi increduli nell’apprendere che ciò che avevano vissuto loro in qualche modo era stato vissuto anche da qualcun altro. In secondo luogo, c’è stato l’avvicinamento tra culture con la visione degli oggetti, attrezzi presenti nel nostro museo contadino e delle migrazioni, e i ragazzi hanno riconosciuto molti oggetti che sia in Bangladesh che in Tunisia ancora oggi si usano». C’è stato entusiasmo, ha concluso Piluso, da parte dei ragazzi coinvolti nel «progetto che è stato presentato loro e soprattutto della modalità con la quale è stato svolto. Non c’è stato giorno in cui hanno obiettato per andare al corso, erano molto volenterosi e soddisfatti. Le operatrici mi hanno sempre riferito che erano curiosi di sapere di vedere, ho avuto modo di vedere i risultati e sono molto soddisfatto». 

«Con questo progetto sono stati aperti degli importanti spunti di riflessione e bisogna continuare su questa strada – ha riferito in merito all’esperienza svolta il presidente della Pro Loco di Fresagrandinaria Carlino Di Biase - la Pro Loco vuol dare sicuramente supporto perché il museo non è un luogo sterile, ma occasione per fare iniziative, coinvolgere bambini e adulti, costruire intorno a quegli oggetti una memoria viva fatta di racconti, esperienze concrete, laboratori».

 

 

 

 

 

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