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Personaggi che hanno fatto la storia di Vasto: Gabriele Rossetti

Il grande poeta che visse tra Vasto e Londra

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Una figura di grande spicco di Vasto è quella di Gabriele Rossetti, figlio di Nicola e Maria Francesca Pietrocola che nacque a Vasto il 18 febbraio 1783 e morì a Londra nel 1854.

Rossetti, nella sua linea di pensiero, fu influenzato sin dalla giovinezza dalla corrente del liberalismo e del giacobinismo francese. Infatti Gabriele visse in prima persona i moti popolari di matrice murattiana, che portarono alla costituzione della repubblica Partenopea, nella sua Vasto si costituì la repubblica Vastese: il municipalista Floriano Pietrocola, suo cugino, insieme ad altri liberali, fu trucidato da reazionari filoborbonici. Sarebbe stato questo episodio, insieme a molti altri, a influenzare profondamente il sentimento antireazionario del Rossetti; nel 1804 quando Gabriele andò a Napoli, la città era in subbuglio, tanto che Ferdinando IV di Borbone dovette abbandonare la capitale. giunse a Napoli nel 1804 grazie all'interessamento di Venceslao Mayo, amministratore di Tommaso d'Avalos, marchese del Vasto. Grazie al sostegno del marchese del Vasto, Gabriele completò gli studi, dedicandosi inoltre alla composizione poetica. In seguito al mutare della situazione politica nel regno di Napoli, causata dall'invasione francese, il Rossetti perse il suo protettore, fuggito in Sicilia. Con l'arrivo dei francesi a Napoli Gabriele Rossetti cercò l'appoggiò di Giuseppe Bonaparte, al quale dedicò un volume di componimenti poetici.

Grazie a Giuseppe Bonaparte ottenne un incarico quale conservatore dei marmi e dei bronzi antichi del museo di Napoli. Con l'avvento di Gioacchino Murat fu poeta del Teatro San Carlo di Napoli, per il quale compose alcuni libretti d'opera. Si dedicò anche alla poesia civile e a quella sacra.

In seguito al ritorno della dinastia borbonica, Gabriele Rossetti poté conservare la sua posizione di conservatore presso il Museo reale. Tuttavia, a causa del suo appoggio agli insorti dei moti liberali del 1820-1821, espresso sia per mezzo di componimenti letterari sia mediante la partecipazione ad eventi bellici (battaglia di Rieti-Antrodoco), Rossetti fu costretto all'esilio. Trovò rifugio su un naviglio britannico, la HMS Rochfort, grazie all'aiuto dell'ammiraglio Graham Moore (1764–1843) e della moglie di questi, Dora Eden. Giunse a Malta nel maggio del 1821, dove si legò d'amicizia con i fratelli Gabriele e Domenico Abatemarco e con lo scrittore e diplomatico britannico John Hookham Frere. Gabriele Rossetti venne esplicitamente menzionato tra coloro esclusi dall'amnistia accordata da Ferdinando I delle Due Sicilie e proclamata il 28 settembre 1822. Da questo fatto nacque la decisione di trasferirsi nel 1824 a Londra, dove avrebbe trascorso il resto della sua vita. Divenne professore di lingua e letteratura italiana presso il King's College di Londra (1831) e mantenne l'incarico fino al 1847.

Pubblicò numerose raccolte di poesie, che traducono violenza giacobina e passione religiosa in un cantabile sentimentalismo: Odi cittadine (1820), Iddio e l'uomo (1833, seconda redazione 1843), Il veggente in solitudine (1846) e L'arpa evangelica; fu anche autore di alcune opere di critica letteraria, soprattutto su Dante e la Divina Commedia.

Vasto ha dedicato a Rossetti un’imponente statua nella centrale piazza, mentre nella sua casa natia, sita nella panoramica Loggia Amblingh, è stato insediato il Centro Europeo degli studi Rossettiani

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