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Le due grandi passioni di Sergio Giacci: la fotografia e i reperti preistorici

“Sarebbe bello effettuare degli scavi archeologici a Torre Sinello e Colle Santo Stefano e realizzare un museo”

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Sergio Giacci, nato a Chieuti in provincia di Foggia, si è trasferito a Vasto da giovane e ha lavorato tanti anni nella cancelleria del Tribunale di Vasto, dal 2012 è in pensione. Gli è stata conferita l’onorificenza di Cavaliere ordine al merito della Repubblica Italiana nel 2008, per motivi di lavoro, grazie alla segnalazione del presidente della Corte d’appello dell’Aquila, su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri.

E’ appassionato di fotografia. Tutte le mattine fotografa l’alba di Vasto Marina. Si sveglia sempre prestissimo e con la sua affezionata macchina fotografica cerca gli scatti più belli per immortalare la Bagnante, che pubblica più tardi su Facebook. Racconta che alle prime ore dell’alba sono tanti i fotografi anche amatoriali, appassionati proprio di quello scorcio di Vasto. “Le albe più belle, però,”, dice Sergio Giacci, “si rinvengono sul lago di Varano e Lesina, in Puglia. C’è un contrasto di nuvole che si riflettono nel lago e donano sfumature spettacolari”.

C’è stata in passato un’altra grande passione per Sergio Giacci, quella della Preistoria, come ricercatore superficiale di reperti preistorici, sia del Paleolitico che Neolitico. E’ questa una passione sviluppata già quarant’anni fa. I primi reperti li ha trovati in Puglia. Ha scoperto in superficie tracce un villaggio neolitico, dove ha rinvenuto delle ossidiane, fondi di capanne e tante lame, dopo l’aratura del terreno.

Tra Torre Sinello e Colle Santo Stefano, sempre dopo le arature ha scoperto in questi anni tantissimi reperti. A Colle Santo Stefano nel 1984 ha scoperto tracce di un villaggio neolitico e a poca distanza tracce di un villaggio del Paleolitico inferiore. Ha ritrovato: zanne di elefanti, amigdale, raschiatoi, tutte pietre di selce. “Ogni pietra è diversa dall’altra, nessuna è uguale”, commenta Sergio Giacci. Ogni anno l’aratura porta a sollevare gli strati di terra sottostanti insieme ai tanti reperti presenti che appaiono in superficie. “Il momento giusto”, dice Sergio Giacci”, è aspettare la prima pioggia dopo l’aratura, l’acqua toglie la terra dalle pietre e le rende più visibili”. I reperti ritrovati fanno parte di una sua collezione privata e precisa che la Sovrintendenza ne è stata informata.

Ha scritto nel 1994 un articolo con Piero Ceruleo e Marcello ZeiIl Paleolitico inferiore di Torre Sinello presso Vasto”, pubblicato negli Atti Società Toscana Scienze Naturali,una rivista nazionale, in cui si dà notizia del rinvenimento vicino il fiume Sinello di reperti preistorici, ciottoli silicei, punte, denticolati e raschiatoi.

A Vasto può essere considerato uno dei più appassionati ricercatori di reperti preistorici.

“Sarebbe bello”, si auspica Sergio Giacci, “effettuare degli scavi archeologici e creare un museo, per dare a tutti la possibilità di vedere i tanti reperti del territorio per approfondire la vita dei popoli che abitavano a Torre Sinello e Colle Santo Stefano nel Paleolitico e nel Neolitico.”

Articolo del 1994

https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwiP-pbE2p32AhUOvaQKHbWHBv4QFnoECAYQAQ&url=http%3A%2F%2Fwww.stsn.it%2FAttiA1994%2Fceruleo-giacci-zei.pdf&usg=AOvVaw39IWcwoBu3dWK20iTUX4Pu

Articolo di Noivastesi di Giuseppe Catania 2014

https://noivastesi.blogspot.com/2014/12/antiche-vestigia-del-passato-in-agro-di.html

 

 

 

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