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ASL LANCIANO-VASTO, ILLUSTRATO IL PIANO STRATEGICO

a cura della redazione
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Pareggio dei conti entro il 2009, potenziamento delle attività diagnostiche e chirurgiche, innovazione nei processi di gestione, mano pesante su prestazioni e ricoveri inappropriati. Questi gli obiettivi a medio e lungo termine fissati dalla Asl Lanciano-Vasto nell'ambito del piano strategico, il primo ''firmato'' dalla gestione Caporossi, inviato in Regione per la necessaria approvazione e illustrato martedì al Comitato ristretto dei sindaci. Il documento stabilisce azioni e priorità nella strategia aziendale, calibrata sulla situazione attuale e sullo sviluppo di una necessaria competitività, unica strada possibile per portare l'azienda fuori dal tunnel della passività, intesa sia come fuga di pazienti verso altre strutture che come bilanci inevitabilmente negativi. Secondo le previsioni, infatti, il 2006 chiuderà con una perdita di 56 milioni di euro, che la Direzione aziendale intende abbattere attraverso la razionalizzazione dei costi variabili legati ai consumi di beni sanitari e prodotti farmaceutici, la riorganizzazione dei presidi ospedalieri e la riqualificazione dei processi assistenziali finalizzati a ridurre la mobilità passiva, quest'ultima attestata nel 2005 a 34 milioni di euro. ''Parte proprio qui, dalla necessità di frenare la fuga dei pazienti verso altre strutture la strategia aziendale - spiega il manager Michele Caporossi - che attribuisce massima priorità alle azioni tese a riqualificare l'assistenza, sia a livello territoriale che ospedaliero. Abbiamo disegnato un vestito su misura a questo territorio molto particolare e molto svantaggiato, adesso si tratta di rendere più efficienti i nostri servizi''. Si parte con il potenziamento dell'area emergenza-urgenza, grazie alla riorganizzazione del 118 e Pronto Soccorso, l'attivazione di postazioni territoriali nelle aree decentrate e nuovi servizi di pronto intervento per le malattie cardiache e neurologiche. L'organizzazione ospedaliera dovrà gradualmente diventare quella di un unico presidio, articolato in 5 stabilimenti di ricovero e cura, dove riceveranno nuovo impulso le attività interventive nelle discipline chirurgiche, pur nella diversità delle prestazioni rese all'utenza, poiché le operazioni più complesse non potranno essere eseguite ovunque, per ragioni di maggior sicurezza dei pazienti. Sarà seguita, inoltre, la strada dell'integrazione interaziendale in area vasta per le attività che presuppongono un ampio bacino di utenza, quali onco-ematologia, medicina legale, comunicazione e governo del farmaco. Tutto questo senza trascurare la riqualificazione delle attrezzature, vista l'esigenza di potenziare in modo particolare la diagnostica per immagini, collegata in rete su tutta l'azienda, compresi i distretti, con un parco rinnovato e arricchito di una nuova risonanza magnetica nucleare, una Tac multistrato e una risonanza magnetica articolare. Altra voce sulla quale si andrà a incidere è la spesa farmaceutica, attestata nel 2006 a 52 mln €, e caratterizzata da un andamento di crescita di circa 4 mln rispetto all'anno precedente; un dato che impone misure di contenimento e controllo severe, che la Direzione Aziendale intende attuare all'interno dei presidi attraverso l'adozione del Prontuario terapeutico ospedaliero, strumento utile nella lotta agli sprechi, e una serie di azioni rivolte all'esterno, come la distribuzione diretta dei farmaci ai pazienti delle Rsa e sottoposti ad assistenza domiciliare integrata, il monitoraggio delle prescrizioni e la sperimentazione di una nuovo misura, l'assegnazione del budget ''etico'' ai medici di famiglia. E in tema di regolamentazione, si apre una nuova pagina per i cinque ospedali dell'azienda, che oltre a essere dotati di posti letto aggiuntivi per day hospital e day surgery, dovranno uniformare le loro attività al protocollo di verifica dell'appropriatezza, la nuova linea di confine tracciata dalla Regione che distingue le prestazioni in giuste e sbagliate, vale a dire tra quelle che sono realmente adeguate a trattare uno specifico stato patologico e quelle che invece non lo sono. La nuova parola d'ordine è efficienza, che significa anche non tenersi risorse inutilizzate, come posti letto e spazi, che saranno adeguati alle indicazioni della regionale n.20, che impone accorpamenti ai reparti i cui posti letto non raggiungono il 60% di utilizzo. A questo proposito l'azienda si sta organizzando in base agli effettivi bisogni della popolazione, e riguardo alle attività chirurgiche per tradurre il dovere di efficienza in un'opportunità per potenziare le attività, e non per azzerarle. ''Comincia da qui, da questo documento, il cammino virtuoso della programmazione - aggiunge il direttore generale - sulla quale spalmare gli investimenti, che rappresentano la strada obbligata per riconquistare attrattività e sanare il gap che penalizza le nostre strutture. Sul mercato della salute c'è spazio solo per aziende moderne, efficienti, organizzate, che rispondono a logiche del governo clinico: il nostro obiettivo è realizzare un sistema di cura che abbia queste caratteristiche''.
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