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DELOCALIZZAZIONE INDUSTRIE DA PUNTA PENNA, MENNA FAVOREVOLE

a cura della redazione
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Riceviamo e pubblichiamo da Ivo Menna, dei Verdi di Vasto, questo intervento relativo ad un nuovo modello di sviluppo per l'area di Punta Penna. ''E´ con molto interesse che leggiamo le dichiarazioni del neo presidente Coasiv Giangiacomo e del suo vice Del Prete sul futuro destino dell´area di Punta Penna, in seguito all´approvazione della variante al piano regolatore da parte della Provincia. Come tutti sanno, su quell´area insiste un dilemma controverso e un intreccio perverso: Polo industriale (Fox Petroli, Puccioni, Vasto legno etc) oppure Polo Ambientale (Riserva regionale Punta d´Erce, ex tracciato ferroviario, area archeologica), con un Porto che dovrà essere definito come destino: commerciale turistico/autostrada del mare, o porto industriale. E un agglomerato (case popolari) residenziale, estraneo alla città, abbandonato e costretto a subire i disagi del pericoloso inquinamento causato dalle industrie presenti. Una qualità dell´aria molto bassa e scadente, quasi sempre ai limiti di legge, se non superiore. Se le parole corrispondono alle reali intenzioni dei due rappresentanti Coasiv, e non parole in libertà, sarebbe una rivoluzione ambientale senza precedenti. Un atto di coraggio politico che lascia stupefatti. Un solenne impegno! In altri termini, dovremmo assistere tra poco alla delocalizzazione delle industrie di Punta Penna in altri siti e altre sedi: ''una delocalizzazione industriale strategica, in questo sostenuto dai tre consiglieri provinciali - D´Amico, Monteferrante, Piccolotti'' - dice Del Prete. Viene così confermata tutta la elaborazione che i Verdi da un decennio hanno sostenuto con la proposta di congelare lo sviluppo industriale, di bloccare i processi di allargamento dello stesso, di avviare una fase di riconversione ecologico-ambientale favorendo ed esaltando un contesto ambientale unico e irriproducibile -come molti studiosi ci confermano- di Punta d´Erce e delle aree viciniori. Siamo soddisfatti e favorevoli quindi a ciò che Del Prete ha dichiarato assumendo una posizione chiara e definitiva sull´area industriale che dovrà trasferirsi altrove, senza nessun costo per la collettività, che ha già dovuto subire danni ingenti al patrimonio pubblico, e alla salute dei suoi cittadini, per un compromesso raggiunto su quell´area, di una scelta sbagliata decisa da una classe dirigente poco avveduta e molto miope. Saremmo molto di più soddisfatti però se Del Prete integrasse le sue dichiarazioni con una frase lapidaria: senza costi per la collettività. A tutto ciò, Giangiacomo aggiungendo: ''il nuovo piano regolatore, ci consente una nuova programmazione, fondata per quella zona, di attività artigianali e di nuove fonti energetiche.'' Ma a proposito di nuove fonti energetiche, siamo curiosi di conoscere di quali fonti si tratta, di quali energie prodotte, se da imprese private o da imprese pubbliche, rammentando al neo presidente che a Gissi sta nascendo una centrale turbogas di 800 megawatt da parte di un privato. Questa ha visto l´opposizione di popolazioni, sindaci e Verdi per gli effetti pericolosi sulla salute e sull´ambiente, mettendo a rischio una economia agricola che va lentamente affermandosi, dopo la definitiva crisi del modello industriale prevalente in quella zona. Una centrale che produrrà tanta di quella energia da soddisfare e andare oltre ogni bisogno industriale e civile. Consigliamo al presidente prudenza e attenzione su questo tema per non incorrere poi in situazioni contraddittorie arrecanti danni alla salute umana e all´ambiente''.
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