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SULLA QUESTIONE RECINZIONI STABILIMENTI BALNEARI UNA LETTERA APERTA DELL'ASSESSORE ALL'URBANISTICA ANNA SURIANI

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Gentile Direttore, approfitto dello spazio che lei vorrà concedermi per tornare sull´argomento recinzioni di nuovo all´attenzione dell´informazione pubblica per l´interessamento di autorevoli rappresentanti politici del territorio, evidentemente già al lavoro su questioni prioritarie per i vastesi, e per sottolineare l´importanza dell´ultima sentenza del TAR Pescara, forse la più significativa tra le tante favorevoli al Comune di Vasto su questo problema. Mi risulta ancora difficile comprendere e soprattutto giustificare le ragioni di una tale resistenza da parte dei ricorrenti a fronte di una nostra piena disponibilità a comprendere le loro pur giuste preoccupazioni. Infatti le prime riunioni con i balneatori interessati al problema (ricordo che non tutti gli stabilimenti sono recintati segno evidente di una diversa filosofia all´interno della categoria circa le ricette sul problema, per non citare poi della gestione pubblica della spiaggia di Punta Penna, ogni mattina perfettamente pulita dal Comune e dalla Cogecstre) sono state di massima apertura. Valutando anche l´opportunità di soluzione alternative, quali ad esempio la vigilanza, avevamo richiesto intanto l´apertura dei varchi tra le varie concessioni, prevista dalla normativa, e di ripensare alla tipologia delle recinzioni esistenti, uniformando i materiali e abbassandone l´altezza, per una sistemazione decorosa che s´integrasse armonicamente con il contesto generale della spiaggia, ambiente peraltro soggetto a vincolo paesaggistico. Dopo qualche incontro a vuoto c´è stata la chiusura netta di alcuni operatori, evidentemente interessati a mantenere lo status quo: reti da pollaio in piena spiaggia e soprattutto impossibilità di accesso libero alla battigia per centinaia di metri, se non dietro la gentile concessione di qualche transito, magari previa genuflessione per il favore ricevuto. Davanti a questa chiusura il mio settore ha iniziato il suo percorso attraverso gli strumenti a sua disposizione, non per un atteggiamento giacobino o persecutorio nei confronti degli operatori, ma per un condiviso indirizzo di tutta l´Amministrazione, che ha recepito una chiara ed estesa volontà popolare. Prima le diffide ancora una volta bonarie, quindi le ordinanze di demolizione per le opere abusive e la legittima modifica del titolo concessorio per quelle in regola sotto il profilo autorizzatorio, con un´azione quindi di trasparenza e soprattutto di uniformità di trattamento per tutti i cittadini. L´ultima decisione del TAR riconferma che, se si vogliono cambiare gli indirizzi in materia di pianificazione, dietro congrua motivazione, e la bellezza della nostra sabbia mi sembra un argomento incontrovertibile, si può farlo. Il demanio non è una proprietà privata, è un bene dello stato quindi di tutti, la cui concessione è opportunamente regolamentata. Ma anche se fosse una proprietà privata il Comune avrebbe la piena legittimità di intervenire per dettare indirizzi e norme come ribadito da un´altra bella sentenza scaturita per una diversa ma assimilabile problematica: ''Nella graduatoria dei valori costituzionalmente garantiti la tutela ambientale assume un valore preminente rispetto alla tutela della proprietà privata e al suo sfruttamento economico''.
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