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Autonomia differenziata: aumenteranno disparità tra regioni e sanità privata

Tavola rotonda a La Conviviale con Spadaccini, Acerbo e Agnoletto

redazione
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“Un bambino che all’inizio di questo millennio nasceva nel quartiere operaio aveva un’attesa di vita di 54 anni; un bambino che nasceva 10 chilometri più in là, ma nel quartiere bene, aveva un’attesa di vita di 82 anni”. Si tratta di uno studio inglese di pochi anni fa e presentato dal prof. Vittorio Agnoletto alla Casa del Popolo La Conviviale,  nel corso del dibattito su diritto alla salute e autonomia differenziata.

Cosa sta a significare questo dato? Lo spiega lo stesso Agnoletto: “Ci dice l’importanza dei determinanti sociali in sanità”, cioè quanto possono pesare le condizioni sociali sulla vita sana e sull’aspettativa di vita. “L’autonomia differenziata andrà ad esaltare situazioni di questo tipo”, è la conclusione di Agnoletto.

Ha quindi ragione il segretario il segretario nazionale del Prc, Maurizio Acerbo, quando, intervenendo nel dibattito, ha affermato che “si sta preparando una catastrofe sociale rispetto alla quale non potremo fare quasi nulla. Però, nonostante ciò, nel dibattito non esiste”.

Abbiamo fatto bene, allora, a parlarne. E infatti, a conferma di quanto sopra, erano presenti cittadini preoccupati di quel che rimane del diritto alla salute, alcuni dei quali si sono rivolti al nostro sportello sanitario per ottenere giusti tempi di attesa nel prenotare una prestazione sanitaria; ma erano assenti amministratori e candidati tali e rappresentanti politici con i quali avremmo voluto confrontarci per capire come far valere il diritto alla salute in una situazione, qual è quella abruzzese, già pressoché disastrosa. Lo dimostrano, ad esempio, le lunghe liste d’attesa e il passivo di 108 milioni di euro per la mobilità sanitaria.

Una situazione che per la nostra regione non potrà che peggiorare, dal momento che con l’autonomia differenziata il gettito fiscale delle regioni non verrà più redistribuito su base nazionale e quindi, chiede Angelo Orlando, ex senatore e consigliere regionale, “Come potrebbe essere finanziata la sanità abruzzese ai livelli attuali, considerando che il reddito pro capite dell’Abruzzo è oltremodo distante da quello delle regioni ricche?”.

Perciò, il prof. Agnoletto ha lanciato l’allarme: con l’autonomia differenziata, da un lato aumenteranno le disparità tra regioni del Nord e quelle del Sud, dall’altro verrà consegnata la programmazione della politica sanitaria ai più grandi gruppi sanitari privati. E non ci si potrà aspettare nemmeno un risparmio della spesa pubblica e migliori servizi (come spesso viene sbandierato), dato che – ce lo ha mostrato il dott. Antonio Spadaccini, già direttore UOC gastroenterologia a Vasto- gli Usa, patria della sanità privata, spendono in sanità molto più dei Paesi europei ma l’aspettativa di vita resta più bassa lì che in Europa.

Non è un caso che la stragrande maggioranza dei medici è contraria all’autonomia differenziata, ha detto il dott. Spadaccini ricordando nella sua relazione gli interventi dell’Anaao Assomed (sindacato dei medici italiani).

Dovremo, allora, attrezzarci per contrastare questa vera e propria svendita dei nostri diritti fondamentali (prima di tutto, ma non solo, quello alla salute), facendo dibattito, divulgando informazioni, organizzandoci per eventuali referendum abrogativi di questa scellerata riforma.

Noi torneremo sul tema.

Casa del Popolo – La Conviviale

 

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