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Il percorso verso la paternità: ostacoli odierni e possibili soluzioni

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Molte coppie, ad un certo punto, sono colte dal desiderio di mettere al mondo un figlio; tuttavia, per alcune di esse, il percorso verso il concepimento potrebbe risultare più complesso del previsto. Incontrare difficoltà nel raggiungere la gravidanza è un’esperienza più comune di quanto si possa credere: basti pensare che, nei soli Paesi industrializzati, i problemi legati alla riproduzione riguardano una percentuale compresa tra il 15 e il 20% degli aspiranti genitori, contro il 10-12% riscontrato a livello mondiale. Ma in tutto questo, dove si colloca l’Italia?

Ebbene, secondo una stima riportata dall’Istituto Superiore di Sanità, le coppie italiane affette da infertilità – ossia impossibilitate a concepire per un periodo di almeno 12-24 mesi di rapporti sessuali regolari, mirati e non protetti – sono circa il 15% del totale. Entrando ulteriormente nel dettaglio, scopriamo che l’incidenza sia negli uomini che nelle donne si attesta intorno al 35,5%, mentre solamente nel 15% dei casi entrambi i partner risultano infertili. Infine, si parla di infertilità idiopatica – ovvero priva di una causa conosciuta – nel 13% circa dei casi totali.

La riduzione della fertilità maschile

Soffermandoci, adesso, sulle capacità riproduttive della popolazione di sesso maschile, vi è da dire che, negli ultimi 50 anni, si è notato un forte aumento – circa il doppio – dei casi di scarsa qualità del seme. In altre parole, sempre più spesso si rileva una produzione di spermatozoi più bassa della norma, se non addirittura assente, oppure caratterizzata da anomalie a livello di forma, motilità e vitalità.

Ad oggi la comunità scientifica si interroga su quali potrebbero essere le cause che hanno portato allo sviluppo e alla diffusione del fenomeno, specie tra i giovani. 

Tra le ipotesi più accreditate, citiamo:

  • stile di vita errato (sedentarietà, stress, cattiva alimentazione, ecc.);
  • consumo di alcolici, nicotina e sostanze stupefacenti;
  • esposizione a sostanze inquinanti (tra cui lo smog prodotto dalle auto);
  • esposizione a radiazioni e/o sostanze tossiche (es. vernici, solventi, ecc.);
  • utilizzo di alcuni tipi di farmaci.

Come riconoscere l’infertilità maschile?

Se, dopo svariati tentativi di concepire un figlio, la coppia non ha ancora raggiunto l’obiettivo di una gravidanza, è importante che entrambi i partner si sottopongano ai controlli necessari per individuare l’origine del problema. In particolare, per gli uomini che sospettano di essere affetti da bassa fertilità o sterilità, è opportuno rivolgersi ad uno specialista del settore per intraprendere un percorso diagnostico.

1. Spermiogramma

Dopo una prima anamnesi generale, il test consigliato per valutare la qualità del seme è il cosiddetto spermiogramma, che consiste nell’analisi di un campione di liquido seminale raccolto in un apposito contenitore e prelevato dopo un periodo di astinenza dai rapporti sessuali compreso tra due giorni e una settimana.

Lo spermiogramma permette di far luce sulle seguenti condizioni:

  • oligospermia → numero ridotto di spermatozoi
  • astenospermia → bassa motilità degli spermatozoi
  • teratozoospermia → anomalie nella morfologia degli spermatozoi
  • necrozoospermia → spermatozoi privi di vitalità

Prenotare uno spermiogramma vicino al proprio domicilio non è affatto complicato: in Italia, infatti, vi sono tanti centri specializzati nei quali è possibile effettuare il test entro pochi giorni e ad un costo ragionevole. Per trovare l’elenco delle strutture disponibili nella propria zona e richiedere un appuntamento, basta cliccare sulla piattaforma CupSolidale e completare una serie di semplici passaggi.

2. Esami di approfondimento

Talvolta, da solo, lo spermiogramma non è sufficiente per rintracciare l’origine dell’infertilità maschile. Occorre, quindi, approfondire il quadro clinico con ulteriori esami, in quanto potrebbero sussistere altri disturbi o patologie:

  • test ormonali → per verificare che il dosaggio di prolattina, gonadotropine, TSH e testosterone risulti conforme ai valori normali
  • ecografia scrotale + doppler → per diagnosticare una condizione chiamata varicocele, consistente in una dilatazione anomala delle vene spermatiche interne e, spesso, causa di aumento della temperatura a livello del testicolo, che a sua volta rischia di provocare alterazioni del DNA degli spermatozoi
  • ecografia prostatica transrettale → per diagnosticare eventuale agenesia, ovvero il mancato sviluppo delle vescichette seminali e dei vasi deferenti
  • MAR-test → per individuare la presenza di anticorpi “anti-spermatozoi” sulla superficie degli spermatozoi, che risultano limitati nella motilità

Le cause dell’infertilità maschile, comunque, sono molteplici e, talvolta, possono coesistere nel medesimo individuo: patologie sessualmente trasmissibili (in particolare Papillomavirus umano, sifilide e gonorrea), infezioni batteriche, ma anche tumori, torsioni e traumi a carico dei testicoli. Ultima, ma non per rilevanza, è la disfunzione erettile, riscontrata nel 5% dei soggetti diagnosticati. 

Insomma, il percorso verso la paternità – e quindi, la scelta di un eventuale trattamento per il singolo o per la coppia – cambia sensibilmente da paziente a paziente, come anche le probabilità di successo. Affidarsi ad un team di esperti, pertanto, è la via consigliata per giungere quanto prima alla gravidanza desiderata.

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