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Vandalismi e inciviltà, nessun rispetto neanche per i giochi per bambini

Rifiuti gettati ovunque, nei parchi e anche nei pressi delle chiese, micro discariche abusive anche in spazi esigui

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Ha destato scalpore, diventando virale sui social, la foto di un branco di cinghiali sulle scale della Chiesa di Santa Maria del Sabato Santo. Tra ciò che attira i cinghiali c’è la spazzatura, i cumuli gettati ovunque, in cerca di cibo. Nei dintorni della chiesa, per quanto la situazione appare nettamente migliorata (e l’area riqualificata) rispetto ad alcuni anni fa, passeggiando si possono trovare fazzoletti di carta (la cui pericolosità e non igienicità è evidente), scarti e rifiuti disseminati. 

Una piaga comune a tanti luoghi delle periferie vastesi. E in alcuni punti l’esasperazione dei residenti può portare a forme di protesta dai toni alti. In contrada Lebba ormai diversi mesi fa qualcuno, per protestare per lo stato in cui l’inciviltà ha deturpato la zona, ha scritto “discarica” sul cartello stradale. In via Acquedotto delle Luci sotto un cavalcavia autostradale, in pochi metri, è stato gettato di tutto. E una mano anonima ha espresso con un cartello di cartone l’esasperazione cittadina. 

A Casalbordino in località Miracoli vandalismi e inciviltà non hanno risparmiato neanche i giochi per bambini nell’area verde di fronte la Basilica. Un cestino è stato danneggiato, sotto i tavoli e intorno ai giochi le foto documentano una situazione sconcertante. Addirittura abbiamo trovato nei giorni scorsi persino una coperta di lana. Segnalazioni sono giunte che gli stessi giochi sono stati sporcati rendendo impossibile salirci su per i bambini. Durante il nostro sopralluogo abbiamo visto che sono stati puliti e ora risultano agibili.

Nel febbraio 2012 l’Abruzzo fu colpito da una fortissima nevicata. Nelle prime ore il TGR Abruzzo realizzò un’intervista entrata nella storia di questa regione e che portò alla nascita di un personaggio iconico e indimenticabile, Giustino da Chieti. Poche parole tra saggezza popolare e capacità di adattamento ad ogni avversità che, oltre ad essere entrato per sempre nell’immaginario collettivo, possono portare ad una riflessione semplice quanto immediata: ci sta lu cummun, ci sta la province (riprendendo il dialetto espresso da Giustino) e non solo ma ci stanno soprattutto il rispetto e la civiltà. E un po’ di civiltà e rispetto ciascuno non farebbe male a nessuno e, anzi, farebbe bene a tutti.  

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