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Casa Lavoro, un tentato suicidio, atti di autolesionismo e un tentato incendio

I fatti sono stati resi noti dai sindacati

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Non si ferma la drammatica estate nelle carceri italiane. Luoghi in cui le condizioni di sopravvivenza appaiono sempre più difficili e le tragedie sempre più all’ordine del giorno. Le associazioni per i diritti umani e i sindacati di polizia penitenziaria da anni, e con forza anche negli ultimi mesi, cercano di accendere i riflettori su quel che accade e su come la situazione sia sempre più difficile e ingestibile. 

Gli ultimi giorni hanno portato le ennesime drammatiche conferme nel Paese che fu di Cesare Beccaria.

Venerdì scorso, rendono noto i sindacati di polizia penitenziaria, nella Casa Lavoro di Vasto un detenuto ha tentato il suicidio. Prontamente soccorso dagli operatori in servizio ha poi tentato atti di autolesionismo ferendosi pesantemente ad un braccio. Nelle stesse ore un altro detenuto, noto per un «particolare stato di salute mentale», ha incendiato il materasso della propria cella. 

Fatti del genere, rimarcando le sigle sindacali di settore, avvengono da anni nel disinteresse di chi dovrebbe intervenire. Unico interlocutore, sulla situazione della Casa Lavoro, rimarcano essere l’Amministrazione Comunale di Vasto che per il 20 settembre ha indetto un consiglio comunale in cui se ne discuterà.

Nella giornata di ieri due drammi si sono consumati, invece, nel carcere di Viterbo. Il segretario regionale del sindacato di polizia Penitenziaria Uspp lazio Daniele Nicastrini a Il Sole 24 Ore ha raccontato che un detenuto ha avuto un malore improvviso ed è morto, un altro detenuto ha tentato il suicidio, prontamente soccorso dal personale in servizio e, intorno alle 19, alcuni detenuti hanno tentato una «rivolta» e atti di autolesionismo.   

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