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MINORE IN FUGA DA UNA COMUNITA' ALLOGGIO DELLE MARCHE RITROVATA A VASTO: IN AZIONE LA POLIZIA

a cura della redazione
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Spesso si sente parlare di comunità alloggio per minori, che operano nel campo dell'educazione dei giovani e cercano di ''curare'' quelle dipendenze patologiche, come i disturbi della personalità, con lo scopo di aiutare nella crescita i ragazzi più difficili. Questi centri di recupero offrono, quindi, accoglienza a quei minori che per situazioni di pregiudizio non possono vivere all'interno del proprio nucleo familiare e che sono stati allontanati per un periodo definito. Attraverso l'intervento di operatori qualificati, tali centri seguono dei percorsi di formazione volti al recupero sociale. Spesso, però, accade che i minori che vivono in queste strutture mettono in atto delle vere e proprie fughe. E' quello che è accaduto a M.C., 16 anni, che alcuni giorni fa si è allontanata da una comunità educativa delle Marche, cui era affidata, prendendo il primo treno in partenza e arrivando fino alla stazione ferroviaria di Vasto, senza sapere bene quale zona raggiungere. Un ragazzo che si trovava lì per caso, notando l'atteggiamento triste e appartato della ragazza le si è avvicinato e, riuscendo a stabilire un dialogo con lei, ha capito dai discorsi che nascondeva delle problematiche. Senza destare sospetti, attraverso un'operatrice sociale che conosceva, il ragazzo ha avvisato la Polizia, che dopo aver effettuato i dovuti accertamenti, ha appreso che M.C. risultava scomparsa da una settimana, fuggita da un centro di recupero minorile. La ragazza è stata quindi affidata ad una casa famiglia di Vasto, gestita da un parroco, che ha provveduto a darle una sistemazione per la notte. Il giorno successivo, però, quando è stata raggiunta dalla Polizia per essere riaccompagnata nel centro, ha cominciato a piangere, pregando gli operatori di non rincondurla nuovamente in quel posto. I poliziotti hanno cercato di tranquillizzarla parlando con lei. Una volta calmatosi, la minore cominciava a fidarsi degli agenti ai quali raccontava spontaneamente la sua storia, fatta di dolore e inquietudine, dimostrate dalle molteplici fughe dalle comunità e con il fallimento dell'affido extrafamiliare. Gli agenti le spiegavano quanto fosse importante intraprendere quel percorso scolastico e formativo per una dignitosa realizzazione sociale e quanto il centro potesse aiutarla in questo progetto. M.C. acconsentiva, allora, a fare ritorno nelle Marche. ''Naturalmente - sottolinea il dirigente del Commissariato, Cesare Ciammaichella - sono stati sensibilizzati gli educatori per il sostegno del caso''.
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