Partecipa a Histonium.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Il rischio di dimenticare fa più male del ricordo

Si sono conclusi gli eventi in ricordo del terremoto del 6 aprile 2009, momenti in cui alla memoria si sono aggiunte riflessioni sul presente e il futuro da vivere

Condividi su:

“Il fiore della memoria”. È stato uno dei simboli di quest’anniversario del terribile terremoto che devastò L’Aquila e la provincia il 6 aprile 2009. Sono passati quattordici anni e anche quest’anno sono state ricordate le vittime e quanto accadde nelle ore e nei giorni successivi. L’iniziativa lanciata dal Comune di L’Aquila ha raggiunto anche le più alte cariche dello Stato. E la stele commemorativa è stata inaugurata alla presenza anche del premier Meloni e del presidente del Senato La Russa. Contestato da una cittadina aquilana, prontamente fatta allontanare dalle forze dell’ordine, per le recenti dichiarazioni su Via Rasella. 

Memoria, cosa significa questa parola e come renderla oggi, a quattordici anni da quei drammatici giorni e di fronte una tragedia che unisce L’Aquila a tanti altri luoghi d’Italia. È stato il cuore dei due eventi organizzati da associazioni e comitati in città. Il Parco della Memoria ha ospitato l’incontro pubblico “Memoria e futuro” con la partecipazione di cittadini, delegazioni studentesche e comitati da varie parti d’Italia. Una riflessione pubblica “cosa significa fare memoria, cosa voglia dire fare memoria attiva, interrogarci su quale direzione dare ad un percorso che non è solo nostro, è un percorso di legalità condiviso insieme ad altri comitati nazionali, vittime purtroppo di tante stragi che funestano questo Paese” racconta Liliana Centofanti. Un incontro per capire come tenere vivo il dibattito, “come intraprendere strade diverse, reinventarsi la vita e valorizzare il presente” con un ricordo che “non deve essere fine a se stesso”. E non può, non deve, scomparire, “quel che veramente uccide è il rischio di dimenticare” sottolinea Liliana Centofanti.    

Nel pomeriggio un secondo evento è stato organizzato presso il teatro ridotto della città. Al centro dell’incontro quel filo rosso che unisce tante ingiustizie in vari territori italiani. Ingiustizie e tragedie che hanno portato, come accaduto a L’Aquila, alla nascita di comitati. Riuniti da alcuni anni nel Comitato Nazionale Familiari Vittime “Noi non dimentichiamo”. Un incontro, ci ha raccontato Liliana Centofanti, in cui si è riflettuto sull’importanza della giustizia, su come “assicurare giustizia a chi non c’è più e ai vivi” che “non possono essere relegati nel ruolo di familiari delle vittime”. Una giustizia che, quindi, permetta di ritrovare la “dignità e dare un senso alla vita che continua perché la vita è straordinaria tutta”. 

 

 

 

 

Condividi su:

Seguici su Facebook